Mentre si registrano nuove adesioni all’Unione dei Comuni dell’Alto Cilento, occorre una riflessione sulle ragioni e le opportunità di questa scelta.
Da oltre un decennio questa comunità non ha remato insieme nei momenti cruciali, dividendosi in modo perdente di fronte ai processi politici di spoliazione che hanno impoverito il livello dei servizi ed alimentando infine il fenomeno dello spopolamento delle aree interne.
La soppressione dell’Asl Salerno 3, il costante smantellamento dei reparti e degli Ospedali, la soppressione del Tribunale di Sala Consilina a vantaggio di quello di Lagonegro.
Ed ancora, la decisione degli ultimi governi, con il beneplacito della regione Campania, di realizzare una nuova linea ad AV, con il contestuale declassamento della Tratta Tirrenica, un colpo mortale per il futuro del nostro territorio, ha visto circa venti amministrazioni del Cilento costiero ed interno, nel patrocinare i ricorsi al Tar e nella firma della petizione presentata al Governo ed al Parlamento per chiedere la revisione del progetto.
In questi momenti pochi sindaci corraggiosi si sono sporcati le mani, mettendoci la faccia. Altri si sono voltati dall’altra parte e qualche volta hanno fatto il tifo per determinate scelte, rivelatesi mortali per se stessi, come nel caso della chiusura dell’Ospedale di Agropoli, seguito alla soppressione dell’Asl.
Pur essendo personalmente favorevole ai processi di aggregazione, come nella recente incorporazione bancaria da cui nascerà un istituto di credito più grande e fortemente radicato nel Cilento oppure nell’ampliamento della compagine sportiva della Gelbison, occorre porsi degli obiettivi concreti per quello che sarà il nostro futuro.
Immaginare di ampliare le competenze del Tribunale di Vallo della Lucania al Golfo di Policastro ed al Comune di Capaccio Paestum, credo che risponda all’esigenza di garantire un’aderenza coerente ad un territorio, unito non solo geograficamente, quanto per la comune matrice identitaria sancita dall’appartenenza al Parco.
Lo stesso dicasi per la Sanità: la difesa dei presidi ospedalieri risulta oggi indispensabile per garantire il diritto alla salute. La formula degli “Ospedali Riuniti del Parco”, con un’unica Direzione Sanitaria, una gestione unitaria delle piante organiche, una semplificazionedei centri di spesa, potrebbe essere una soluzione per evitare il collasso.
La difesa della Linea Tirrenica dal rischio del declassamento e l’estensione della metropolitana che collegherà il nuovo aeroporto di Pontecagno a tutto il Cilento fino a Sapri (e non solo fino ad Agropoli!).
La realizzazione della strada del Parco per collegare le aree interne.
Questi ed altri argomenti dovrebbero comporre un’agenda politica, attualmente vuota, rianimando, in primis, quella Comunità dei sindaci del Parco, organismo riconosciuto da una legge dello Stato, che da anni dorme sonni profondi, pur essendo il luogo preposto per costruire un percorso comune a questo territorio,
onde impedire che le mode aggregative del momento siano solo una scorciatoia, somigliando alla fuga di tante pecorelle smarrite, alla ricerca del nuovo pastore, dopo la morte di quello anziano.
Ed infine per scongiurare che avvenga la “seleizzazione” del Cilento, diventando così la periferia di un’area metropolitana dai contorni confusi ed eterogenei.