Il Castello di Mercato S. Severino, con una superficie di oltre 52000 mq, è la seconda fortificazione più grande in Italia. Fu la culla nativa della nobile famiglia dei Sanseverino, la più potente del Regno di Napoli al tempo degli Angioini e degli Aragonesi. Allo stato attuale, il complesso castellano è frutto di interventi datati dall’epoca Normanna (fine sec. XI) fino a quella Aragonese. Il sito si articola in tre cinte murarie o difensive al cui interno trovano posto sia strutture di carattere tipicamente militari, che ambienti destinati alla vita quotidiana dei suoi abitanti. La prima cinta, posta nella parte alta della collina del “Parco”, a circa 365 m. s.l.m., racchiude il palazzo comitale, la cappella palatina o chiesa di Santa Maria de Castro, la cripta funeraria, la Piazza d’Armi, le botteghe metallurgiche, la chiesa di S. Nicola de Castro, conosciuta anche col nome di plebana o del popolo e una ulteriore chiesa di epoca Angioina da mettere in relazione, quasi sicuramente, con la nascita del convento dei frati Francescani nella valle Sanseverinese (odierna Chiesa di S. Antonio con annesso convento). L’area della seconda cinta è occupata in prevalenza dal borgo castellano. Ad oggi si contano oltre 100 unità abitative con annesse strutture ad uso comunitario, tra le quali segnaliamo: cisterne, depositi e quel che resta di un forno. Sempre in quest’area, occultata dietro la semitorre mediana, persiste la chiesa di S. Severino in Monte, la cui costruzione é attestata alla fine della seconda metà del secolo XI. La chiesa riveste un ruolo centrale nell’ambito della toponomastica locale, poiché in essa fu conservata la reliquia di S. Severino Norico, dalla quale prese il nome prima il Castello, poi il borgo sottostante (odierna Mercato S. Severino) e, infine, la stessa famiglia feudale. La terza cinta, invece, si sviluppa nella parte bassa della collina a circa 250 m. s.l.m. e la sua funzione è di carattere esclusivamente difensiva. Una massiccia torre circolare, provvista di cisterna e vani strombati per le armi da fuoco, è collocata al vertice di due cortine, di cui quella sud è rafforzata da sette torrette a pianta quadrata munite a loro volta di cisterne sottostanti e fori strombati per l’alloggio delle armi da fuoco. Un ingresso ricavato all’interno di questa centuriazione fu chiuso, molto probabilmente, all’epoca della funzionalità del sito, quando si volle rafforzarlo ulteriormente in vista di imminenti invasioni.
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