Il tratto pianeggiante del Vallo di Diano continuerà senza interruzioni fino a Sanza, ma la salita che porta a Teggiano sarà difficile da dimenticare sia perché la linea dell’orizzonte si alzerà ad ogni passo fatto verso il centro facendo gustare a pieno il gusto di scoprire lentamente le “carte” del territorio; sia perché quando si arriva nella splendida piazza e ci si sofferma a guardare lo stupendo palazzo “Macchiaroli” si rimane incantati.
Le tante chiese e una decina di musei, consentiranno alla sosta prevista a Teggiano di riempire di cose interessanti il carniere dei ricordi di questa tappa.
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Saranno molti i Km da percorrere nel Vallo di Diano. Tutti lungo sterrati e stradine asservite ai bisogni delle numerose aziende agricole che, anche grazie alle acque del fiume Tanagro, irregimentante dal Consorzio di Bonifica, sono transitate nell’agricoltura moderna che, comunque non risparmia la fatica quotidiana a centinaia di contadini e agricoltori impegnati anche nella zootecnia.
L’andare è agevole e Teggiano, posto su una collina a quasi 600m di altitudine, si fa notare e in un certo qual modo guida i passi senza dover interrompere i pensieri.
Lascio alla mia sinistra la strada che porta ad Atena Lucana e proseguo verso San Rufo.
Superato l’incrocio che conduce al borgo situato a mezza costa sulla SS 166 proveniente da Paestum come il sottoscritto, prima di scendere a sinistra per una strada secondaria per puntare dritto verso Prato Perillo la contrada più popolosa di Teggiano, volgo lo sguardo nella direzione dove è situato il grande “Centro Sportivo Meridionale”. Un investimento pubblico accolto con trionfali dichiarazioni di politici e imprenditori del Vallo ma miseramente naufragato a causa dell’incapacità di chi ha avuto la responsabilità di gestirlo.
Comincio a pensare da che parte dovrò affrontare la scalata che porta al centro storico di Teggiano, capitale morale del Vallo. Intanto procedo nella giusta direzione districandomi nel dedalo di strade secondarie che aumentano man mano che ci si avvicina al “panettone” sul quale si erge la città.
Ai piedi della salita scelgo di salire per la strada più breve anche se più ripida. Mi metto al passo e procedo lentamente ma con costanza.
Arrivo nella bella piazza di Teggiano soddisfatto e consapevole che un altro pezzo del Cammino del Parco è stato segnato. Il sole, intanto si eclissa dietro le nuvole, la temperatura scende di circa 5 gradi.
Il borgo mantiene le promesse! La piazza che si stende ai piedi dell’obelisco situato in posizione egocentrica e il castello che fa il controcanto al “seggio” dove è raffigurato San Cono patrono della Città. Ma sono le vie del borgo che fanno la differenza: ognuna di esse riserva e custodisce un buon motivo per farsi percorrere come accade in occasione della grande festa che ogni anno a metà agosto rievoca la storia della principessa Costanza.
Ma per me è giunto il momento di fermarsi a riposare per raccogliere le forze necessarie per poter riprendere il Cammino il giorno dopo.
Bartolo Scandizzo