La SS 447 è la nostra traccia di viaggio fino ad Ascea capoluogo posto in collina a dominio della pianura solcata dal fiume del Velino sottostante.
Il percorso di divide in due “spezzoni” della strada che da molti anni è tagliata in due da un movimento franoso che ne interdice il passaggio a mezzi motorizzati, fatto salvi quelli di emergenza e di pubblica sicurezza.
Il primo tratto è un vero spettacolo di mare, monti, ulivi Pisciottani, strapiombi sul mare e gradevoli panorami che si alternano ad ogni “ansa” che la strada è costretta a disegnare per assecondar la morfologia delle colline sui cui poggia.
Quando si arriva nei pressi della bretella citata sistemata alla meglio per consentire il passaggio in sicurezza a piedi, subito ci si rende conto che sono molte le automobili che ne approfittano eludendo i divieti che pure sono ben esposti all’ingresso del tratto interdetto.
Anche la discesa a piedi fa una certa impressione per la sua rapidità. Superati i circa trecento metri più difficili, la strada si stende lungo il pendio della collina fino al punto in cui ricomincia a salire per tornare in quota verso Ascea.
Di fronte al viandante si erge quel che resta dell’ambizioso progetto di collegare con una strada veloce Ascea a Palinuro: i piloni si alzano verso il cielo senza incontrare il cavalcavia e restano immobili come stecchini puntati verso il cielo infinito.
Siamo, ormai nel tratto di strada in salita che ci porterà ad Ascea, un borgo accogliente, con una piazza molto frequentata e aperta all’accoglienza di quanti hanno necessità, come noi, di sostare per rifocillarsi e ricaricare il serbatoio di energie necessarie per proseguire sul Cammino.
Dopo il riposo ci aspetta una lunga discesa fino al livello del mare che già vediamo in lontananza. Scegliamo di percorrere un sentiero che ci farà evitare il tracciato della statale e, in poco tempo, ci farà arrivare sul bel lungomare di Ascea marina dove potremo riassaporare la brezza di mare che rende effervescente l’aria.
Procediamo in direzione Nord fino in fondo al lungomare e poi rientriamo sulla strada che conduce a Velia dove arriviamo accolto dall’imponete Torre che domina dall’alto l’intera spianata dove è situata l’area archeologica.
Dopo esserci sistemati per passare la notte e rigenerati con una salutare doccia. Partiamo per una visita al sito Archeologico di Velia.
Bartolo Scandizzo