Di buon’ora, dopo aver smaltito la fatica accumulata per coprire i circa 27 Km della tappa precedente, eccoci davanti al bar Tempalta dove Antonio ci serve un buon caffè. Li parte con la scalata del “Colle del Sole” che porta a Doglie. Intanto che si sale non si può fare a meno di scrutare l’orizzonte che si allunga verso la pianura fino a scontrarsi con i monti Lattari che sovrastano la Costiera Amalfitana. le 4 donne sul Cammino hanno preso il sopravvento, il sottoscritto segue a debita distanza. Solo la necessità di riunirsi per fotografare i passaggi significativi ci indurrà a riunirci per poi riprendere con la gerarchia citata.
Quando si arriva nel punto più alto del colle è d’obbligo fermarsi ad analizzare da lontano la Valle del Calore con l’omonimo fiume che “ondeggia” tra i monti Alburni e il monte Chianello, Vesole e Soprano, che ci accompagneranno per buona parte del percorso previsto per le tappe che ci sono davanti fin quando non piegheremo verso il Vallo di Diano lasciandoci alle spalle il mare.
A compensare la sfacchinata del giorno precedente, a Doglie prendiamo verso Carretiello seguendo la comoda stradina interpoderale che scende fino alla riva destra del fiume Calore. Passiamo per la contrada agricola famosa per la Festa del Grano e poi giù fino alla SS 488 ridotta ad un tratturo a causa di lavori di ristrutturazione che si trascinano da immemore tempo.
Il ponte sul fiume Calore che ha tolto dall’isolamento al contrada di Mainardi situata nel comune di Aquara, ci fa uscire dal territorio di Roccadaspide che, comunque avremo compagno dall’alto per lunghi tratti che ci aspettano avanti.
Dopo un rapido sguardo al moncone di superstrada che “inizia nel nulla e finisce nel vuoto” (la Fondovalle Calore), troviamo refrigerio alla calura estiva presso l’agriturismo dove abbiamo previsto la nostra sosta di metà percorso. Ci accoglie Luca mettendoci a nostro agio e interrogandoci su come si è sviluppato il nostro andare finora. Un po’ sorpreso dal fatto che ci spostiamo a piedi, si mette subito all’opera per renderci la sosta gradevole corredandola di un bevande e pietanze che rendono giustizia alla fatica fatta finora.
Si riparte in salita seguendo le indicazioni dell’App fino all’incrocio che ci impone di svoltare a sinistra per puntare a Castelcivita nei pressi delle famose Grotte dove ci aspetta Felice Iorio, il direttore del sito.
Costeggiamo viadotti, passiamo sopra a gallerie, passiamo di fianco al cantiere della Fondovalle che ha stravolto l’assetto del territorio vocato all’agricoltura. I saliscendi della stradina interpoderale che ci condurrà a destinazione, unitamente al caldo, rendono difficile l’andare per coprire l’ultimo tratto.
Ma alle 14:30 arriviamo all’ingresso delle Grotte, in tempo per rinfrescarci e per entrare nelle viscere della terra alle ore 15:00 insieme ad altri turisti che hanno prenotato per lo stesso orario.
La serata la passiamo a Piaggine dove ci rechiamo con il minibus che abbiamo al seguito per vivere da vicino la festa di Santa Filomena che, come ogni anno, riempie le piazze e le vie del paese.