Tra i vari fiumi che percorrono la Campania, come tante venature di un grande corpo, il Calore Lucano o Salernitano è forse quello che più porta con sé, assieme all’acqua e alle sue creature, l’identità perenne di un popolo ubicato nell’entroterra. Vi è già un fiume Calore in Campania, ed è il Calore Irpino, affluente del Volturno, mentre il Calore Salernitano è un importante affluente di sinistra del fiume Sele, e vi si congiunge in prossimità delle rovine di Paestum. Il Calore Salernitano nasce sulle pendici del monte Cervati, da alcune grosse polle d’acqua ai piedi di una parete rocciosa, in un’area non lontana dall’area forestale di Pruno (nell’area sorgono tre distanti nuclei abitati che sono frazioni dei comuni di Valle dell’Angelo, Laurino e Piaggine. Il corso del fiume Calore si dispiega tutto nella provincia di Salerno, per 63 chilometri nel Cilento, percorrendo borghi, oasi e lembi incastonati nell’entroterra, facendosi varco in un territorio impervio e di difficile accesso. Il Calore Lucano è importantissimo dal punto di vista non solo idrografico ma anche naturalistico e paesaggistico: il Sele e i suoi affluenti ospitano esemplari della rarissima Lontra Europea, facente parte di una sottofamiglia di carnivori della famiglia dei Mustelidi: la lontra ha una densa pelliccia molto particolare, che la protegge dal corso dell’acqua e ha delle bolle d’aria che la isolano dal freddo, e si nutre di rane, crostacei e pesci. Una delle particolarità più interessanti ed affascinanti del Calore salernitano, è quella di insinuarsi tra le pieghe dei territori, facendo del suo alveo quasi un bisturi capace di tagliare il paesaggio e disegnare tante nuove forme: il Calore lucano scava la roccia, la disegna e la plasma come se fosse un pittore naturale, di quelli impressionisti e capaci di fondere e confondere le più disparate sfumature naturali. Una delle opere d’arte più ammalianti di questo demiurgo naturale, è senz’altro costituita dalle Gole del Calore, una serie di cinque profonde incisioni scavate nelle roccia dalle sue acque correnti. Le pareti calcaree delle Gole possono arrivare anche ad un’altezza di dieci metri, si presentano generalmente umide, il sole non penetra nelle fessure, e ospitano una fauna invidiabile: troviamo il martin pescatore, la già nominata lontra, la trota fario, il merlo acquaiolo e la salamandra con gli occhiali. Per quanto riguarda, invece, la flora, abbiamo pungitopo, valeriana, felci, aconito e bacche di mirto. La quarta gola in particolare, può essere visitata accedendovi mediante la località Remolino nel comune di Felitto; da lì è possibile imboccare dei sentieri di trekking: tra la quarta e la quinta gola è possibile osservare il Ponte di Pretatetta e la Grotta di Bennardo, (che prenderebbe il nome da un brigante che vi avrebbe dimorato), nonché il ponte medievale a schiena d’asino di Magliano Vetere. Il corso del fiume Calore salernitano, in questa zona, è spesso imprigionato da rupi e pareti rocciose, in particolare la quinta gola è posta sotto una rupe a picco, sulla cui sommità sorge il comune di Felitto. Le gole sono disposte in questo modo, seguendo il percorso dell’acqua corrente verso il mare: la prima gola è quella che si prolunga per alcuni chilometri a monte del paese di Piaggine, la seconda tra il comune di Valle dell’Angelo e la località Lazzine, la terza nel paese di Laurino, la quarta tra Magliano e la località Remolino di Felitto e la quinta sotto la già citata rupe a picco sotto la sommità di Felitto. Il Calore Salernitano è considerato uno dei fiumi più puliti e puri d’Europa e fa parte dei siti d’importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea.
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