L’emergenza climatica sembra affliggere tutti o quasi. È passato un anno da quando Greta Thunberg ha dato vita al suo primo sciopero. Da allora ha smosso le nostre coscienze. I dati sono impressionanti: aumento delle temperature, disboscamento, sfruttamento di terreni. A causa dei disastri naturali – secondo l’ultimo rapporto Onu – sempre più frequenti, come inondazioni e siccità, al pianeta mancherà la giusta quantità di risorse alimentari. La situazione plastica non è delle migliori. Sparsa in oceani e mari, nello stomaco di ogni specie animale, inonda persino le isole inabitate.
Ma cittadini e classi politiche sono così allarmate? Quasi tutti ne parlano, quasi tutti si sentono responsabili.Sì, quasi tutti. Prendiamo il caso delle spiagge. Sono ricoperte da sacchetti, bottiglie, scarti di cibo, mozziconi di sigarette etc. Se l’immobilismo regna sovrano, qualche speranza si intravede. Lo dimostrano alcune azioni, irrilevanti per qualcuno ma concrete e visionarie.
Un papà accorto insegna alle sue piccole il rispetto per la natura. Così, insieme raccolgono bottiglie e residui. Mario, invece, durante le sue passeggiate mattutine, raccoglie buste e scarti. «Basterebbe poco. Non capisco come vi sia questo svilimento da parte delle giovani generazioni» – mi confessa. «A me tutti questi rifiuti infastidiscono. È un’azione naturale la mia, raccoglierli e portarli dove andrebbero buttati». Tanta accortezza anche da parte del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. In vacanza ad Ascea ha aderito alla campagna ‘Prendi3’. Ognuno sulla spiaggia prende tre rifiuti e li ripone nel secchio giusto. «È un gesto di amore verso l’ambiente e sarebbe bello che tutti lo facessero… in spiaggia come in tutto il Paese» – dichiara. Coglie l’occasione anche per invitare i locali d’Italia ad aderire alla campagna #PrendiLAcqua, «così da incentivare l’acqua pubblica e limitare l’acquisto di acqua in bottiglia e quindi la plastica usa e getta».
Attive sul territorio anche le campagne plastic free. È il caso dei ragazzi della Colonia estiva. Insegnano ai bambini il rispetto per l’ambiente, facendo raccogliere loro tappi e cannucce sparse qua e là.
Se le spiagge e le strade sovrabbondano di rifiuti, siamo tutti finti moralisti? Se gli addetti alla pulizia stradale impiegano più del dovuto nel raccogliere i tanti fazzolettini di carta, siamo tutti indifferenti? Se le nostre pattumiere traboccano di scarti di cibo, siamo tutti noncuranti?
Fa ancora sperare vedere qualcuno preoccupato per l’emergenza clima. È segno di gratitudine per ciò che possediamo e che potrebbe divenire inabitabile. Ai mari lasciamo sabbia e conchiglie, non plastica e rifiuti.