Scrivendo questa riflessione sul passo del Vangelo odierno ricordo la partecipazione
con 50 miei alunni delle classi prime e seconde dei corsi Moda, Meccanico ed
Elettronico ad un concorso di Educazione alla Salute.
Il progetto “A tavola con un sorriso” risultò fra i 60 migliori della Regione
Campania. Tra gli obiettivi indicati: riscoprire il valore affettivo, socializzante,
psicologico dello stare a tavola.
Nella Bibbia sono descritti banchetti, cene, momenti di condivisione del cibo. Gli
evangelisti riportano diversi episodi in cui Gesù è seduto a tavola dopo aver
accettato un invito a pranzo. In questi momenti di convivialità, di incontro, di
ascolto, Gesù coglie l’occasione per impartire degli insegnamenti ai presenti.
La parabola odierna raccontata da Matteo parla proprio di un banchetto preparato da
un re per le nozze del figlio e del rifiuto degli invitati a partecipare.
Tante le scuse, tutti hanno da fare e addirittura non sopportano i servi che portano
l’invito. Arrivano poi a respingerli con la violenza.
La parabola ci mette tristezza. Nel re infatti notiamo la gioia di celebrare le nozze
del figlio e condividerla con amici e parenti. Ma tanta è la sua delusione per i rifiuti
ricevuti dagli invitati. Il suo reagire però ci sorprende.
Animato dal desiderio di avere la sala piena, manda a chiamare al suo banchetto
emarginati ed estranei, coloro che non hanno casa, lavoro, sicurezze alcune. Agli
occhi del mondo sono indegni a sedere alla sua tavola. Poi fa visita ai commensali.
Fra essi trova uno che non veste l’abito nuziale consegnatogli all’ingresso della sala.
Era questo l’uso a quei tempi. L’uomo non ha accolto il dono riservato da chi
l’ospita e per questo viene fatto gettare fuori dalla sala, nelle tenebre.
La parabola si conclude con parole che incutono paura. Se meditiamo con attenzione
sul passo il matrimonio di cui parla il Vangelo è un matrimonio speciale. Il re che fa
gli inviti è Dio, il figlio è Gesù e gli invitati siamo noi. L’invito alla festa è rivolto a
tutti. Per Gesù conta solo la nostra risposta. Ma non basta accettare l’invito, è
necessaria la coerenza della nostra vita con gli insegnamenti del Vangelo.
Dio ci offre tante possibilità, vuole che stiamo con lui, che operiamo secondo la sua
volontà. Ci dona la gioia di partecipare al banchetto della salvezza. Non vuole però
una fede di facciata. Non vuole che la nostra vita si riduca a un abito della festa che
indossiamo solo per apparenza.
La salvezza è presentata da Gesù come l’essere invitati e accolti in un banchetto di
nozze, esperienza coinvolgente per chi vi partecipa.
Partecipiamo con gioia al banchetto ma nei modi dovuti, orientando la nostra vita
secondo l’amore di Dio. “Molti sono chiamati, ma pochi eletti” ci dice Gesù.
Accogliere o rifiutare Gesù. Come rispondiamo noi ai suoi continui inviti?
Ricordiamo che accettare l’invito spetta solo a noi!
Santa Domenica in famiglia!
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