Il 21 marzo, primo giorno di primavera, si festeggia da sempre la bellezza. Da qualche anno l’Europa la propone come “giornata della poesia”, dal punto di vista liturgico è la festa di San Benedetto, che per felice coincidenza è anche il Patrono dell’Europa e, sempre da qualche anno, il FAI la propone come giornata della cultura e, conseguentemente la festa della cultura con l’apertura dei siti più prestigiosi dei Beni Culturali, di quelli più noti, ma anche di quelli meno conosciuti ma non per questo meno prestigiosi. Ogni provincia d’Italia espone i suoi. Ci sono vari motivi, e tutti validi, perché la giornata sia considerata festa a tutto tondo e come tale onorata e valorizzata al meglio. Io l’ho fatto come cittadino, per un atto dovuto di impegno civile, come giornalista, esaltandone nei limiti delle mie possibilità e con entusiasmo la bellezza dei paesaggi delle mie terre d’amore: Cilento e Costa d’Amalfi, invitando studenti, amministratori locali, operatori turistici a valorizzare al massimo i Beni culturali, materiali ed immateriali, dei nostri territori, sia quelli noti e più prestigiosi, sia quelli meno conosciuti e da valorizzare. Mi sono ricordato anche che ho pubblicato diverse raccolte di poesie, che hanno ottenuto consensi di critica e di pubblico e vantano riconoscimenti/premi di livello nazionale e spesso anche internazionale. Anche per questo mi sento in dovere di dare un contributo di e in poesia per i miei territori dell’anima: Cilento, dove sono nato, e Costa d’Amalfi, che ha costituito una fonte impareggiabile di ispirazione. Ne pubblico, qui di seguito, due a cui sono particolarmente legato: Donna del Mediterraneo, come canto d’amore e di bellezza per le mie lettrici e I PAESI (del sud) come canto d’amore e d’orgoglio dignitoso di identità e di appartenenza per i paesi dell’una e dell’altra costa: amalfitana e cilentana, nella speranza che vengano lette e diffuse. Ricordo, infine, che il Prof. Romano Prodi, per due volte eletto democraticamente nostro Presidente del Consiglio dei Ministri e per una volta Presidente della Commissione Europea, ha invitato tutti i cittadini dei Paesi dell’Europa ad esporre alle finestre delle proprie case sia la bandiera del proprio Paese, sia la Bandiera dell’Europa. La proposta è stata accolta con larga partecipazione democratica ed ha avuto successo. E ci esorta a farlo fino al giorno delle prossime Elezioni europee di fine maggio come impegno per la vittoria di una Europa Democratica.
DONNA DEL MEDITERRANEO
Fosti bellezza a gemiti di mare
con Venere ridente a fiori d’onda
amore/seduzione a proclamare,
donna/dea del Mediterraneo.
Fosti fonte di vita e di abbondanza
con Hera Argiva a fecondare letti,
con Cerere a custodia delle messi.
donna/madre del Mediterraneo.
Fosti Nausica a sillabare ebbrezze
stupita ai primi fremiti d’amore
all’incanto di corpo di straniero,
donna/figlia del Mediterraneo.
Fosti moglie fedele nell’attesa
con Penelope a tessere la tela
tesa all’inganno di voraci Proci,
donna/sposa del Mediterraneo.
Fosti amante furente di passioni
con Circe adusa a filtri di magia.
Fosti Calipso tutta sentimenti,
donna/mito del Mediterraneo.
Fosti Giovanna giovane ducissa
famelica di sesso nella torre
che veglia Amalfi a gloria di sole.
donna/lupa del Mediterraneo.
Sei brezza che carezza le colline.
Sei vela bianca a transito di mare.
Sei sole caldo che feconda il mondo.
Sei madre, sposa, figlia, sei amante.
Sei passato, presente, sei futuro.
Sei alfa e omega, storia e poesia,
donna/vita del Mediterraneo.
I PAESI (del Sud)
Ricamano crinali di colline
tra coltivi di vigne e bigi ulivi.
Catturano la luce sui dirupi
in volo negli abissi
i paesi,
umbratili alle valli nella veglia
a torrenti d’inverno
limacciosi
a lamento d’estate a pigolare
fili d’acqua tra ciottoli all’arsura.
Profumano, paciosi nelle rade, di mare,
ricchi di niente
i paesi.
Pregano a litanie nelle chiese.
Piangono a fresche tombe ai cimiteri.
Protestano in corteo nelle piazze.
Ma non risponde Dio nelle chiese.
Non hanno voce i morti nelle tombe.
Non ascolta lo stato nelle piazze.
E nei paesi, a margine di storia,
muore ancora speranza di futuro.
Ma all’arido di roccia s’impennacchia
a tenera carezza di velluto
il cardo nel cilicio della scorza.
E nevica profumi a primavera
a siepi di fossati il biancospino.
Son perle a maggio le ciliegie a scocche.
Ventila spocchia tenera allo stelo
L’orchidea di campo
e la ginestra
ingioiella le tempe nella luce
del sole, alla carezza della brezza
che sa di mare a fuoco con il cielo
coi desideri del tramonto a sera.
Ricchi di povertà sono i paesi.