27 aprile 2025 Breve riflessione

Quanto dolore e tristezza nel mio cuore per la morte di Papa Francesco! Le sue parole hanno
sempre accompagnato, e certamente continueranno a farlo, le mie riflessioni domenicali.
Tante volte ho iniziato il mio commento proprio con le sue parole piene di incoraggiamento, di
conforto, di misericordia e di speranza per una pace vera e duratura fra i popoli.
Preghiamo perché i suoi insegnamenti, il suo programma di vita, trovino finalmente ascolto!
Preghiamo per Papa Francesco, come ci ha sempre chiesto di fare durante il suo pontificato! Con
la preghiera lo sentiremo sempre presente in mezzo a noi.
Nel passo odierno del Vangelo di Giovanni diversi sono gli spunti su cui siamo invitati a riflettere.
L’Evangelista racconta due apparizioni di Gesù Risorto a distanza di otto giorni.
La prima ai dieci apostoli, Tommaso assente, che, impauriti e increduli dell’annuncio delle donne,
sono chiusi nel cenacolo.
Gesù appare loro e pronuncia, mostrando le mani e il costato, : “Pace a voi!” In un attimo nella
stanza, dal clima di tristezza si passa alla gioia. Gli apostoli non fanno domande. La presenza di
Gesù dà loro la pace, fa sparire la paura.
Nell’annunciare la pace, parola che suona quanto mai difficile da pronunciare in questi tempi,
Gesù, proprio a chi lo aveva abbandonato e rinnegato nel momento della prova, dà l’incarico di
continuare la missione a Lui affidata dal Padre, rimettere cioè i peccati e andare per il mondo a
portare il messaggio di chi è vincitore sulla morte e salvatore di tutti. Si può considerare questo
l’atto di nascita della Chiesa!
Nella seconda apparizione è presente Tommaso, l’apostolo che, con la morte in croce di Gesù,
aveva visto infrante tutte le sue aspettative. I sogni di libertà, la speranza, la fiducia riposta nel suo
Maestro, tutto sembrava vacillare. Non ha creduto a quanto riferito dagli apostoli. Per credere
vuole toccare. E Gesù allora lo invita a mettere il dito nel suo costato, a non essere più incredulo.
Il passo di Giovanni diffonde luce e certezza. Per bocca di Tommaso è espressa la fede di tutte le
generazioni dei cristiani.
“Mio Signore e mio Dio” è infatti la più alta confessione di fede che troviamo in tutti i Vangeli.
L’esperienza vissuta da Tommaso, la sua incredulità, generano la fede più solida.
Quante volte anche noi, dopo delusioni varie, ci comportiamo come Tommaso! Quante volte la
nostra fede vive più di dubbi che di certezze! Quante volte non riusciamo a definire verità ciò che
è solo pensabile e non si può provare! E allora, di fronte alle difficoltà della vita, alle sfide e
contraddizioni, rischiamo di vivere indifferenti a Dio, scartiamo l’ipotesi Dio semplicemente perché
astratta.
Considerando che oggi non si dà niente per scontato, che tutti vorremmo vedere e toccare prima
di credere, anche la nostra fede, come quella dell’apostolo incredulo, può essere messa alla prova.
E’ normale andare incontro a dubbi, porsi interrogativi che, come ha ribadito più volte Papa
Francesco, sono segno di una volontà di conoscere meglio e più a fondo Dio. Affrontiamoli e
riconosciamoli!
“I dubbi vanno superati con l’ascolto della Parola, la catechesi, la fede vissuta nell’amore per gli
altri” ammonisce ancora Papa Francesco.
Le parole rivolte da Gesù a Tommaso:” Non essere incredulo ma credente” sono rivolte a tutti noi.
Ci esortano a rafforzare la fede, a fidarci di Lui, a mettere il dito nella Sua vita.
Credere è il solo modo con cui possiamo incontrare Gesù, sentirci al sicuro, amati da Lui!
Ricordiamo che Gesù ci raggiunge in maniera personale anche quando le porte del nostro cuore
sono chiuse per Lui. Noi dobbiamo solo capire il suo modo di farsi vicino.
Nel servizio ai nostri fratelli, ai bisognosi, potremo sperimentare la Sua presenza in mezzo a noi e
vedere svanire i nostri dubbi!
Occorre credere per vedere e non vedere per credere!
Santa domenica in famiglia.