La storia del vino risale alla Preistoria, i primi reperti archeologici sono stati rinvenuti in alcuni siti della Cina e vengono ricondotti circa al 7.000 a.C. Il temporaneo stato alterato di coscienza legato all’assunzione di vino è da sempre considerato in ambito religioso fin dalle sue origini. Nell’antica Grecia si adora Dioniso, mentre Roma ne trasmette il culto tramite Bacco. Il consumo rituale di vino rimane parte integrante della religione ebraica come testimoniato anche dalla Bibbia e della religione cristiana, nella celebrazione eucaristica, per esempio, si utilizza il vino. Insomma, il vigneto e il vino sono una parte importante delle società fin dall’antichità, intimamente associati alle economie e culture tradizionali dei popoli. Il vino, sinonimo di festività, ubriachezza, convivialità, ha investito di sé il vasto campo dei valori simbolici ed è presente tutt’oggi nella maggior parte dei paesi. Il Cilento, come al solito, eccelle anche in questo settore. Nel cuore del Parco, difatti, si producono vini dal sapore delizioso e dalla genuinità inconfondibile. Si tratta di prodotti di grande qualità, che vantano la denominazione di origine controllata, la quale comprende i vitigni di Aglianico, Fiano, Piedirosso, Primitivo, Sangiovese, Trebbiano toscano, Greco, Malvasia bianca. Le operazioni di vinificazione ed invecchiamento devono avvenire nella zona di produzione delle uve che racchiude in tutto o in parte diversi comuni del territorio cilentano. I vitigni cilentani traggono la propria origine dall’antica Grecia. Sono, infatti, i colonizzatori giunti fin qua dalle coste del Peloponneso a dare inizio alla coltivazione della vite e, quindi, alla produzione di vino. Il Cilento è una delle zone più ricche di bellezze naturali, caratterizzata da terreni di difficile coltivazione, che ben si prestano alla coltura della vite. Si trovano, soprattutto colline e montagne, oltre alle piccole piane costiere e alla grande pianura interna del Vallo di Diano, un tempo occupata da un lago. I vitigni locali, grazie alla natura argillosa-calcarea del terreno e al clima mediterraneo, regalano ogni anno uve pregiate, favorendo così la produzione dei vini del Cilento famosi in tutto il mondo. I vini comprendono varie tipologie quali rosso, rosato, bianco, aglianico e fiano. Il rosso ha un sapore delicato e asciutto. Il colore caratteristico è rosso rubino e ha un forte odore vinoso. Si abbina a selvaggina, formaggi stagionati, salumi e carni alla brace. Il rosato presenta un colore rosa intenso e ha un odore armonico e fresco. Il bianco è solido e strutturato, con ottimi sentori fruttati. Secco per eccellenza, è noto l’abbinamento a piatti a base di pesce e a formaggi a pasta molle. Il colore tipico è un paglierino più o meno intenso. L’aglianico è ottenuto con l’uso di uve aglianico fino all’85%, anch’esso caratterizzato da un colore rosso rubino, è un vino robusto, di 12 gradi, asciutto e vinoso. È ottimo con stracotti, capretti, carni al forno e alla brace. Infine, il fiano è prodotto con l’uso di uve fiano in percentuale fino all’85%, come il bianco, ha un colore paglierino, presenta un odore intenso e gradevole, e ha un sapore secco e armonico. Come dice William S. Benwell, ‘’il suono morbido di un sughero che viene stappato dalla bottiglia ha il suono di un uomo che sta aprendo il suo cuore’’, dunque apriamo i nostri cuori e gustiamo un buon vino cilentano, sempre con moderazione ma con altrattanta allegria.
Lucrezia Romussi