La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante del sistema nervoso centrale che colpisce solitamente i giovani con un picco di incidenza tra i 20 e i 40 anni; i sintomi sono variabili a seconda della regione del sistema nervoso centrale coinvolta. L’85% circa dei pazienti con sclerosi multipla ha la forma recidivante-remittente (RR) della malattia, nella quale il decorso è caratterizzato dal susseguirsi di ricadute e remissioni; nel 50% circa dei casi la forma si evolve a sclerosi multipla secondariamente progressiva, con lenta progressione della disabilità.
Nell’agosto 2013, l’EMA ha autorizzato per la terapia della sclerosi multipla recidivante-remittente la teriflunomide. Nel gennaio 2014, infine, è stato approvato dall’EMA per la medesima indicazione il dimetilfumarato, anch’esso da assumere per via orale. Però, nonostante l’elevata aspettativa per l’arrivo di nuovi farmaci efficaci con una più facile modalità di assunzione, la teriflunomide e il dimetilfumarato hanno mostrato fin dagli studi registrativi un profilo rischio/beneficio problematico.
Dagli studi clinici condotti sulla teriflunomide sono emersi casi di aumento degli enzimi epatici, neutropenia, nevralgia del trigemino, diarrea, alopecia, nausea. L’uso di teriflunomide è inoltre particolarmente critico nelle donne in età fertile, in quanto il farmaco si è dimostrato embriotossico e teratogeno nell’animale a dosaggi corrispondenti a quelli utilizzati nell’uomo. Per quanto riguarda il dimetilfumarato, le reazioni avverse che si sono verificate con maggiore frequenza negli studi clinici, soprattutto nel primo mese di terapia, sono state rossore e disturbi gastrointestinali. Sono state inoltre descritte una tossicità renale, epatica ed ematologica, con comparsa di leucopenia e riduzione della conta linfocitaria.