Cinquant’anni di storia, tanti sono gli anni passati dalla posa della prima pietra del porto turistico di Agropoli. Era esattamente il 10 gennaio del 1969 presenti alla cerimonia il primo cittadino dell’epoca Gaetana Troisi, il ministro all’istruzione Fiorentino Sullo, il senatore del PRI Biagio Pinto e Nicola Carola, segretario della locale sezione della DC che tanto aveva fatto affinché il centro cilentano avesse il suo porto. Chiaramente da quel giorno e soprattutto da quel progetto le cose sono cambiate con la struttura mutatasi nel tempo e inoltre ulteriori restyling furono anche annunciati in campagna elettorale dall’attuale sindaco Adamo Coppola. Opere però, fino ad oggi, ancora non attuate. La spesa del progetto iniziale prevista per la costruzione dell’infrastruttura fu preventivata nel 1964 in due miliardi e quattrocento milioni di lire. Per la sua realizzazione (pontili esclusi), il comune ne dovette sborsare duecentocinquantamila in più. Le opere furono suddivise in otto lotti, il primo realizzato dall’amministrazione Troisi mentre gli altri da quella Maurano. Il porto di Agropoli, nato come struttura di quarta classe, aveva finalità prettamente turistiche con tratti di banchina riservati a piccole unità di pesca. Un’opera senza dubbio imponente che probabilmente oggi verrebbe addirittura definita come un ecomostro. Alla nascita infatti mutò radicalmente la zona così detta del “Salecaro” già utilizzata dai pescatori come piccolo porticciolo naturale inserito in uno spettacolare paesaggio selvaggio, ancora incontaminato dalla mano dell’uomo. Con la realizzazione del porto quintali di cemento, infatti, hanno coperto scogliere e insenature naturali, cancellando uno degli angoli più suggestivi della città in nome del progresso e dello sviluppo economico. Insomma, difficilmente ai giorni nostri si procederebbe con così tanta convinzione nel progetto. Chiaramente però il porto turistico è stato anche un grande beneficio per tutta la comunità. Il porto di Agropoli oggi è considerato il vero porto del Cilento, lungo 572 metri, da una banchina di riva, con ampio piazzale retrostante, lunga 327 metri e da un molo di sottoflutto lungo 159,43. Le strutture destinate alla nautica da diporto consentono attualmente una capienza di circa 1.000 posti barca. Dalla banchina di riva e dal secondo braccio del molo di sopraflutto, si dipartono 17 pontili galleggianti di cui 9 gestiti da privati riuniti nel consorzio EUROMAR, 6 dal Comune e 2 da associazioni. I posti barca sono ripartiti in 5 pontili galleggianti in concessione a privati per una disponibilità complessiva di circa 300 posti barca; 2 pontili galleggianti in concessione alla Lega Navale Italiana per una disponibilità di circa 250 posti barca; n. 4 pontili in cemento e 2 galleggiante in concessione al Comune di Agropoli per una disponibilità di circa 250 posti barca e 5 pontili galleggianti in concessione a privati per una disponibilità di circa 200 posti barca. L’imboccatura del porto ha un’ampiezza di 145 metri ed il successivo bacino di evoluzione ha un diametro di 165 metri, i fondali per l’atterraggio e l’evoluzione nel bacino, variano dai 6 ai 5 metri. Le aree a terra del porto hanno una superficie complessiva di 31.051 mq. Caratteristiche che ne fanno il terzo porto per grandezza della Campania. Turisticamente, invece, è apprezzato da tutti. Famosi ormai in tutta Italia gli scatti che lo raffigurano dall’alto del centro storico. Un panorama davvero invidiabile. La costruzione imponente, tornando all’aspetto naturalistico, ha creato negli anni un nuovo luogo per la balneazione. In tanti oramai approfittano degli scogli di protezione alla banchina grande per immergersi in mare o semplicemente per prendere il sole. Un’esperienza diversa rispetto alle classiche spiagge del Cilento. Insomma il porto ha cambiato la storia della città, in sostanza si può dire in meglio anche perché lo sviluppo bisogna comunque in qualche modo abbracciarlo per non dire cavalcarlo. Con il porto è cresciuta la città in tutti questi cinquant’anni e senza dubbio senza l’opera oggi non potremmo parlare della stessa Agropoli.
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