Nulla è remoto e tutto è storia … Tutto cambia, nulla muore …
Sono le due “epigrafe” che Italo Abate, studioso del Mediterraneo antico e presidente di Ambiente e Cultura Mediterranea, ha messo sulla 4^ di copertina di “MARMORA” che è la “storia del simbolismo nel mondo romano”, Genesi Editrice.
In copertina Venere Callipigia, una scultura in marmo bianco databile tra il I-II secolo D.C. che rappresenta una figura femminile.
“Questo studio può considerarsi la fine del percorso di ricerca iniziato nel 2015 su “I Marmi colorati del Mediterraneo antico” dove trovano spazio altre indagini sullo spazio storico in un insieme sistematico di quanto raccolto nelle diverse letture che è stato fuso in pensiero coerente …”
Abate, richiama alla memoria il principio filosofico di Seneca che afferma come “diversi elementi si fondono in una sola sostanza”.
Lo studio mette in evidenza come lentamente si passa dal legname alla pietra, al tufo, al travertino e marmo in una continua trasformazione dello stile architettonico e di funzionalità: prima strettamente difensiva e poi quella del marmo che assunse un ruolo di simbolismo, potere, comunicazione dell’ideologia imperiale.
Nel testo sono stati inseriti fatti, citazioni, disquisizioni, episodi che si prestano ad essere trattati in sede filosofica, condotte e tradizioni sociali, di esercizio del potere o di etica; inoltre ci sono approfondimenti relativi alle tematiche del lusso, potere, sacralità, violenza e bellezza strettamente legate all’utilizzo dei marmi nel tempo e nello spazio.
Ad ogni marmo viene abbinato la descrizione, il sito estrattivo, le caratteristiche tecniche e qualitative, il loro utilizzo in architettura e statuaria, i siti archeologici e museali …
Dal libro emerge un’immagine dei marmi antichi che “raccontano” la storia non scritta su papiri o pergamene bensì scolpita.
Ad esempio. Le colonne istoriate di Traiano e di Marco Aurelio e l’Ara Pacis sono pagine di storia visibili scritta su marmo; di un vero e proprio sistema di comunicazione per immagini che utilizza allegorie, metafore, simbolismi in grado di veicolare l’ideologia imperiale.
Il taglio del libro è divulgativo perché utilizza un linguaggio adeguato e una terminologia accompagnati da un apparato iconografico ricco di riferimenti.
L’opera di Abate è il risultato di una ricerca che unisce due periodi storici caratterizzati dalle “pietre italiche e dai marmi.
Non per spirito autarchico, ma per ribadire l’importanza del luogo dove vive e opera la nostra redazione, e cioè Paestum e Velia, è opportuno trascrivere cosa scrive Italo Abate a proposito delle antiche città del confine settentrionale della Magna Graecia …
“In Lucania, vi era una risorsa del travertino di Paestum utilizzato per realizzare i templi dell’area archeologica di Paestum e le mura della città con inizio nella seconda metà del VII secolo a.C.
La piattaforma è costituita da una “placca rocciosa” la cui formazione è attribuita alle acque ricchissime di calcare del fiume che Strabone designava con il nome di Salso; sempre nella stessa area era presente una pietra arenaria e calcare locale con cui sono stati realizzati la cinta muraria, il teatro e l’Agorà di Elea città della Magna Graecia della seconda metà del VI secolo a.C.
Ma tornando alle due epigrafe citate all’inizio … Nulla è remoto e tutto è storia … che trovano conferma nelle belle pagine scritte e illustrate dall’autore che “instancabilmente” e “certosinamente” non ha tralasciato di scavare in ogni direzione per dimostrare che tutto ciò che è immortale, se pur accovacciato nei meandri della storia, torna alla ribalta in modo prepotente per riprendersi il “palcoscenico” sul quale possono essere ammirate da infinite generazioni di esseri “umani”
Infatti, Tutto cambia, nulla muore … per cui nessuno può arrogarsi il diritto di dimenticare di “essere” umani perché la storia sa essere impietosa nel riportare in superficie fatti e cose, per quanto remoti occultati possano essere.