Con l’arrivo dell’autunno, la parte alta, quella montuosa, della Costiera Amalfitana diventa un brulicare di fumosissimi fuochi controllati, dove si bruciano i residui di potature, gli sterpi, il fogliame rinsecchito, l’erba di risulta dalle pulizie di quei terrazzamenti aerei che, con i loro balzi a ripieno di muri macerini, contrassegnano la Diva Costa.
Il Comune di Tramonti, il montano della marina Costiera, emana ogni anno un divieto, ma l’antica abitudine resta. Certamente quel “profumo” di legna arsa che si spande su per i pianori e le stradine dei borghi, una volta era piacevole. Ma una volta non vi era l’allarme clima, che in questi anni e soprattutto negli ultimi mesi ha posto seri moniti di sopravvivenza all’umanità. Si dirà che bisogna pur smaltire quel materiale organico, che non può essere lasciato a macerare. Obiezione giusta, ma la soluzione la fornisce Antonio De Marco, “inventore” con la moglie Enza, del “Giardino segreto dell’anima” un eden di fiori, piante, erbe aromatiche costruito e curato per anni su quelle balze montane di Campinòla, poche case della sparsa Tramonti da poter chiamare soltanto vicinato.
Antonio De Marco e la moglie Enza Telese anni fa “raccolsero” e salvarono dall’abbandono più totale una serie di piazzole trasformandole, negli anni, in un “Giardino” dove 300 varietà di rose convivono con iris, dalie, alberi da frutto, una molteplice varietà di menta, erbe da cucina, pergolati di glicini e, ovviamente, alcuni limoni ed aranci che, in fioritura, spandono l’intenso profumo delle zagare. Percorrendo i suoi viali si rintraccia nella mente quanto scrisse Quasimodo nel suo “Elogio” di Amalfi:«Qui è il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell’infanzia. Una memoria che avviene tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie degli aranci e dei cedri sontuosi negli orti pensili dei conventi».
Ricorda Antonio De Marco: «Qualche hanno fa il Giardino Segreto dell’Anima di Campinòla, che si distingue per il carattere e lo spirito che lo animano, in occasione degli incendi che imperversavano in tutta la Valle decise di “chiudere per lutto” e poi propose (inutilmente) di fare altrettanto per la Costa d’Amalfi deturpata da insensate distruzioni e molti incendi (ripetuti annualmente e ormai chiaramente dolosi)».
Fu preso per folle e forse lo era, ma spesso, alla fine, i folli hanno ragione. Oggi l’allarme per il clima è diventato di dominio mondiale ed ha svegliato (almeno si spera) la coscienza di molti governanti.
Così, come puntualmente ritorna l’autunno (anche se con variazioni sul tema), ricompaiono le lunghe colonne di fumo su per i Monti Lattari a segnalazione di sparsi incendi controllati di sterpaglie ed altro materiale vegetale di risulta. E ritorna Antonio De Marco con i suoi moniti, richiamando l’attenzione su questi fenomeni, forse piccoli, ma che comunque incidono sull’ambiente, proponendo, lui che di risula vegetale ne ha tanta, vie diverse e più consone al rispetto dell’ecosistema e del paesaggio. In che modo? Semplicemente trasformando, e non bruciando, tutto il materiale vegetale di risulta in pacciamante biologico con l’utilizzo del biotrituratore-cippatore acquistato, molto opportunamente, dal Comune di Tramonti. Senza contare che molto materiale può anche essere riutilizzato in compostaggio e per la realizzazione di pareti verticali.
Certamente dal nostro vissuto scompariranno le atmosfere carducciane e le poetiche visioni leopardiane, ma su tutto abbiamo il dovere di consegnare ai nostri nipoti, per i figli è già tardi, un mondo che sia ancora possibile abitare con dignità. “Laudato si” era la preghiera-poesia di Francesco d’Assisi, “Laudato si” è oggi il forte richiamo di Francesco Papa all’uomo del terzo millennio per la conservazione del creato.