“Cento passi” separano l’ultimo lampione dal primo sulla via Vittorio Emanuele III che collega “Piaggine soprano” a quello “sottano”. Eppure, a percorrere il breve tratto al buio sembra un’eternità!
Non perché si esce da una dimensione e si entra in un’altra, né perché c’è una frontiera fisica da superare, tanto meno perché si parlano lingue diverse …
Semplicemente perché è la dimostrazione “evidente” di come Vallodellangiolesi e Piagginesi sono abbagliati dall’illusione che solo così si può conservare, per una briciola di tempo, la sensazione di essere “unici”! Ma non ci si accorge che, purtroppo, si è ancora più soli.
A seguito dell’articolo che ho scritto sull’opportunità e i vantaggi (quasi 4 milioni di Euro in dieci anni) che i due comuni “fratelli” di fiume “uniscano” i loro destini, alcuni lettori mi hanno detto che sarebbe una buona cosa, altri l’hanno definita irrealizzabile, altri ancora sono rimasti indifferenti. Anche se la realtà storica e quella fisica raccontano cose diverse …
Infatti, il fiume Calore non fa in tempo a prendere la rincorsa, dopo essersi gettato a “cascata” sotto il 1° ponte per “incamminarsi verso la valle che prende il suo nome, che già si trova nel territorio di Valle dell’Angelo, tanto è breve il tratto che deve percorrere.
Nonostante ciò, appare insuperabile il fosso scavato per oltre un secolo e mezzo di separatezza nel rivendicare una differente “identità” disconoscendo le comuni origini come dimostrano i due antichi toponimi: Piaggine Soprano e Sottano!
Identità che scadono nel ridicolo nel momento in cui condannano il breve tratto della via Vittorio Emanuele III a restare “orba” di luci per un breve tratto: sono i cento passi che bisogna compiere al buio per andare e venire da un luogo all’altro quando è notte fonda.
Per fortuna di chi si sposta a piedi ci pensa il fiume con le sue acque vivaci che scorrono a valle a tenere compagnia ai viandanti.
Le due contrade vicine ai due “ponti” sono anche quelle più antiche dei due paesi che, negli ultimi cento anni, si sono arrampicati fino ad incrociare la strada provinciale 11 che li collega ad altri mondi: a sinistra, Piana del Sele; e a destra, con il Vallo di Diano.
Ma in cosa consiste l’anima e l’identità che verrebbe “tradita” se i due comuni unissero i loro destini per salvarsi dal decremento demografico e, di conseguenza, dal decadimento urbanistico?
Queste le riflessioni che ho riportato con me dopo aver percorso i circa dei 600 m che separano i due borghi che vivono come “separati” nella stessa casa che la natura ha ad essi assegnato.
Infatti, nella serata dell’8 dicembre 2023, con Gina, mia moglie, ci siamo incamminati verso Valle dell’Angelo per raggiungere la pizzeria l’Uorto situata a poche decine di metri dal fiume Calore che scorre a valle dove riceve le acque Vallodellangiolesi del Festolaro, del fiume “cugino”.
Essendo in anticipo sull’apertura, ho trascinato Gina in un tour nelle strette strade del centro abitato che scivola verso il fiume.
Ho approfittato dell’occasione per capire dove Alì ha avviato un piano di risanamento di alcune case che sta ristrutturando. Alì è stato anche l’inventore della cucina “clandestina” che ha portato in auge la “Piazzetta” dove in cucina regna Carmela, sua moglie.
Arriviamo fino al terzo ponte che scavalca il Calore e ci soffermiamo a sentire che la musica, mai la stessa, che scorre sotto i nostri piedi è “suonata” dalla stessa naturale orchestra: il fiume.
Superiamo il ponte e risaliamo verso la strada provinciale 388 che porta al monte Cervati; pieghiamo a sinistra per tornare in contrada Tempa di Piaggine passando sul 2° ponte posto sul corso del Calore. Giriamo ancora a sinistra per immetterci sulla via Vittorio Emanuele 3° per ritornare nel paese di San Barbato.
L’ultimo lampione dell’illuminazione pubblica di Piaggine è spento! Davanti a noi c’è un tratto da percorrere al buio; Gina attiva la torcia del cellulare anche se si intravedono le luci dell’illuminazione pubblica di Valle Dell’Angelo. Per scherzo mi metto a contare i “cento passi” che mancano per ritrovare di nuovo la luce. Entriamo nel centro abitato ed è piacevole sentire le voci provenienti dalle poche abitazioni abitate.
Scendiamo all’Uorto, ordiniamo e gustiamo la pizza gourmet di Donato. Rientriamo a Piaggine passando, ancora una volta, per Vittorio Emanuele 3°. I “cento” passi non si sono ridotti, ma “conoscendo” meglio la strada, sono sembrati “novantanove” e con la speranza che anche tanti altri contribuiscono e renderli meno bui, rientriamo nel “territorio” di Piaggine.
Con Gina, risaliamo ai “Purcili” per immergerci nell’atmosfera natalizia arricchita dai canti del gruppo .,. … e dai “mercatini” di Natale. Gli stand montati e addobbati a ridosso della ringhiera posta sulla grande balconata che dà sul campo sportivo. I 6° di temperatura di una fredda serata di dicembre non spaventano i Piagginesi e gli ospiti provenienti da altri comuni che occupano via Europa fino a tarda sera.
I bracieri accesi riscaldano il loro dovere nel non fare rimpiangere il calore del focolare lasciato acceso per rendere gradevole il rientro a casa.
Anche noi rientriamo in via Gaetano Ricci per passare la notte nella casa dei padri.
Domani risalirò la strada che porta a ridosso del monte per assaporare, ancora un po’, il mondo al quale ero stato destinato e che la storia ha voluto cambiare “verso” …