I 100 giorni di Franco Palumbo sembrano un’eternità nel racconto che ne fa alla presenza di giornalisti e, consiglieri e sostenitori accorsi alla convocazione della conferenza stampa nella sala Erika a piazza Santini di Capaccio Scalo.
C’è la diretta TV e si parte con una clip video in cui è raccolta una sintesi del lavoro svolto che, giornalisticamente parlando, sarebbe già sufficiente per introdurre una conferenza stampa fatta di domande e approfondimenti sul “fatto” ed eventualmente il “non fatto”. Ma Palumbo ha raccolto su fogli tutte le azioni dei primi tre mesi nel dettaglio e comincia a sciorinarle a beneficio della sua soddisfazione e del pubblico presente. Sarebbe stato più funzionale distribuire l’elenco in copia facilitando così il lavoro dei giornalisti presenti.
Acqua a Capaccio Capoluogo, strade asfaltate, edilizia scolastica, progetto per il Sele, insediamento dell’ufficio per i progetti europei … e tante altre cose fatte che a leggerle Palumbo riesce a”sorprendere perfino se stesso”.
“Lavoro fino a 18 ore al giorno!” afferma il sindaco. È questa la “forza” del sindaco del “popolo” che dichiara con tono che non ammette repliche che “La ricreazione è finita!” Rivolto soprattutto a dirigenti, funzionari e impiegati comunali de quali fa anche gli elogi puntando il dito contro “qualcuno che ancora non ha capito …”
“Ho trovato la macchina comunale inchiodata su se stessa ed ogni settore era una repubblica a sé. Non c’era un coordinamento tra le 9 aree e i 19 centri di spesa.” Ecco perché il sindaco ha dovuto mettere mano alla riorganizzazione chiedendo fin da subito l’attivazione di un software integrato tra i settori in grado di mettere in condizione assessori e sindaco di avere una visione immediata della situazione.
Il Sindaco, nel rispetto delle funzioni, non risparmia critiche anche a qualche vigile che “porta a spasso la divisa”.
Forte della sua precedente esperienza non fa fatica ad affermare che “Cosa vogliono i cittadini dai sindaci noi lo sappiamo!”
Presente anche la giunte tranne, la neo assessore, M. Antonietta Di Filippo. Palumbo riconosce ai suoi collaboratori competenza e impegno. Come da atto ai consiglieri che chiedono per la città e non per loro.
Come non può fare a meno di “elogiare chi, come Massimo Di Gregorio (che lavora gratis per un Puc condiviso), Claudio D’Angelo (che ha fatto risparmiare oltre 90 mila Eruro approvvigionando direttamente chi ne aveva bisogno) e tanti altri, si è messo a disposizione del bene comune senza chiedere niente in cambio.”
Palumbo riconosce che il comune non può dare lavoro direttamente ma deve agire per creare le condizioni affinché le imprese possano crescere e creare lavoro stabile “non solo per i giovani capaccesi , ma anche per molti altri che verranno da fuori.”
La battuta più riuscita è quella con cui ha ricordato il “miracolo” estivo quando “è bastato qualche secchio di pittura per segnare i percorsi pedonali (dove camminare), per raccogliere gi elogi di residenti e turisti”. è stato un segnale nella direzione giusta a dimostrazione che con poco si può fare molto.
Una cascata di parole per raccontarsi, la croce che si è caricata sulle spalle e centinaia di cose fatte o programmate ecco in sintesi a cosa hanno assistito i presenti alla conferenza stampa dei primi 100 giorni da sindaco della città dei templi di Franco Palumbo.
Ci piace segnalare tra le cose da fare a breve è realizzazione di una stazione degna di Capaccio Paestum a Capaccio Scalo perché quella che oggi è aperta e uno “scalo” da terzo mondo, e l’impegno di trasformare il litorale di Paestum nel lungomare più bello del mondo!
Dobbiamo prendere atto che si è trattato più di una “conferenza” che di una conferenza stampa. Questo è un “vezzo” che si “concedono” sindaci e amministratori alla nostra latitudine in quanto usano convocare i giornalisti non per fare domande ma per prendere nota delle comunicazioni unidirezionali. Ma la colpa non è solo di chi convoca ma anche di chi è convocato, cioè i giornalisti, che prendono d’assalto i giornalisti con interviste “dedicate” prima della conferenza stampa.
Infatti, l’unica domanda che è stata fatta non è entrata nel merito dei 100 giorni, ma ha riguardato l’intemerata pronunciata dal Palumbo in merito ad un post su FB scritto da un giornalista locale su una sostenitrice del sindaco: “in qualità di sindaco per difendere l’onorabilità della donne della mia città, chiedo una manifestazione di solidarietà. Per quanto riguarda me, d’ora in poi, citeremo in giudizio chiunque travalica i confini del civile dibattito politico.”
In fondo, Palumbo ha dato bene l’idea del sentiero tracciato e della visione ambiziosa che ha Città dei Templi. Sa bene che sarà una lunga traversata e che presto la “luna di miele” finirà, ecco perché ha impiegato parte del tempo dei primi 100 giorni a comporre una squadra compatta e di cui si fida. Vale la pena ricordare che l’opposizione consiliare e “afona” in questo momento, oltre ce essere stata ridotta nei numeri dall’accordo con la componente di Franco Sica.
L’ex sindaco di Giungano l’esperienza ce l’ha, la voglia di fare è evidente, anche l’ambizione di lasciare il segno è “sfacciata” … il “popolo” capaccese ama il cipiglio decisionista di chi amministra, per cui Palumbo ha conquistato ampio credito presso l’opinione pubblica, come del resto avevano anche i suoi predecessori (Pasquale Marino, Enzo Sica, e Italo Voza). Proprio perché le aspettative sono alte, forse più alte del passato, il terreno su cui si muove l’amministrazione Palumbo è “minato” dalle alte aspettative create. Per cui, allo stato attuale il peggior “nemico” di Palumbo e proprio se stesso …