Torno a Roma insieme a Ginetta per la mia terza Roma – Ostia half marathon insieme ad oltre gli 8000 gli scritti e con una presenza femminile che ha sfiorato il 23%.
La scelta di fare base a Ostia si è rivelata azzeccata perché ci ha consentito di “ri-conoscere” il litorale laziale viaggiando sulla costa tirrenica da Latina ad Ostia lido passando per Formia e Gaeta: un’esperienza condita da una splendida giornata di sole primaverile.
Vado a Roma con un’aspettativa interessante per me: ho la speranza di migliorare il tempo con il quale ho portato a termine le due esperienze precedenti (2:40′ e 2:29′). Il tracciato in linea da Roma ad Ostia lido, sembra facile, ma invece è molto impegnativo: parte dall’Eur e, passando per ila Cristoforo Colombo, porta gli atleti fino al mare di Ostia lido!
La lunga lingua di asfalto non consente distrazioni è l’unica possibilità di poter trascorrere il tempo impegnato nella corsa e quella di guardarti il torno e osservare le persone che corrono con te.
Alla partenza mi ritrovo con i miei compagni di viaggio dell’Atletica Sporting Calore di Roccadaspide guidata con “pugno” di ferro dal dott. Sergio Civita assente in quest’occasione e sostituito da Franco Maiese e Tonino Miano. Carmela Grippo, Rosalia Pepe, Carmine Babbone, Angelo Marino, Nico Sico e Santo Salemi
Il sabato, vigilia della gara, la dedichiamo ad una visita a Roma che si presenta in tutto il suo splendore grociolandosi al sole di una fredda giornata di primavera. Frotte di turisti si spostano lungo le strade del centro toccando i luoghi deputati ad accoglierli. Anche noi ci facciamo trascinare dall’onda a ripassare il già visto ma sempre impressionante … la sera la concludiamo “Da Gianni”, una trattoria situata nella campagna di Ostia Lido, (ex Vacca grassa) zio di Ginetta, che è entusiasta della sorpresa che gli facciamo.
La domenica arrivo sul piazzale antistante al palazzetto dello sport all’Eur quando il viavai di atleti già colora ogni angolo dell’area attrezzata per accogliere le migliaia di atleti richiamati nella città eterna per cimentarsi nella storica gara. Si cerca di tenere a temperatura il corpo anticipando il momento del riscaldamento pre – gara.
Puntuale alle 9 partono i top runner tra cui Carmela Nico Carmine e Sante… e tutti quelli che si sono accreditati con un tempo molto buono sulla mezza maratona. Sono i primi a lanciarsi verso il mare di Ostia.
Alle 9:10 parte il secondo gruppo e poi, alle 9:20 in punto, tocca a noi “quelli” che la classifica la cominciano a leggere dal basso.
Il nostro si avvia lentamente ma charlando su ogni tipo di argomento che passa per la testa; la breve discesa che ci immetterà sulla via Cristoforo Colombo, aiuta a prenderle con molta disinvoltura l’impegno agonistico che ci aspetta. La compagnia infatti è buona e temprata da mille esperienze fatte e ognuno mette a cuocere qualche argomento per tenere vivo il discorso … intanto le gambe vanno si scaldano e si comincia a sudare. Al 3° Km il freddo è acqua passata e sono in tanti a lasciare lungo la via indumenti destinati all’oblio.
Ognuno di noi ha un buon motivo per non avviarsi troppo forte nell’affrontare questa gara e questo consente a tutti di continuare a parlare a comunicare a ricordare
Al 1° rifornimento posto al 5° km arriviamo in surplace e questo mi fa ben sperare in una gara che si è incanalata nel verso giusto: anche il tempo, al di là di tutte le chiacchiere che abbiamo fatto, d° un buon riscontro.
Continuiamo a correre incanalati sul nastro di cemento, seguo rigidamente le strisce bianche tratteggiata poste al centro della carreggiata per evitare di disperdere energia. Oltre ai quattro compagni di viaggio rocchesi, ci sono centinaia e centinaia di persone che affollano la superstrada Roma-Ostia, sulla quale, una volta all’anno, le auto cedono il passo ai pedoni!
Non c’è un solo momento di vuoto, al tuo fianco c’è sempre qualcuno che riesci a sopravanzare, tanti altri che ti sopravanzano,
All’8° Km arriva la chiamata di Gina che vuole sincerarsi per fatto che sono in buona forma e sto procedendo nella direzione di Ostia dove mi aspetta già dalle 9 del mattino. A questo punto mi sento abbastanza bene e, dopo aver ho chiesto a Tonino, con che tempo saremmo arrivati al traguardo seguendo l’andatura che avevamo, mi decido che posso rischiare di accelerare leggermente.
Al 10° prendo una bottiglia d’acqua, bevo 2 sorsi, è gelata e la deposito lungo la strada mantenendo il mio ritmo fino al 13° Km quando arriva il momento della verità. Infatti, per comincia il lungo salitone che, pur non essendo monto ripido, è molto lungo. Tutti quelli che hanno fatto questa gara stanno bene che bisogna affrontarlo con molto rispetto. Tento più volte di “agganciarmi” al traino farmi di qualcuno e mi passa accanto un poco più velocemente di quanto è nella mia natura, ma devo sempre desistere e rimettermi al mio passo. In cima alla salita, dove, svetta il banner del 17° Km mi sento chiamare … è Franco Maiese. Anche lui ha dovuto abbandonare il gruppetto di rocchesi: per esigenze di “salute” ha dovuto allungare il passo perché il suo tallone continuava a fargli male quindi accorciando il tempo di impegno fisico gli avrebbe limitato la sofferenza.
La seconda telefonata di Gina mi fa perdere il “treno” di Franco il quale giustamente non rallenta ad aspettarmi in attesa che io concluda il mio resoconto a 3 km dall’arrivo.
A questo punto me la devo vedere da solo; comincio a sentire il peso dello sforzo fatto nel tentativo di migliorare il mio tempo in questa gara; le gambe cominciano ad indurirsi; devo dare fondo tutte le mie energie per evitare di rallentare troppo vistosamente e perdere l’occasione di raggiungere l’obiettivo che mi sono prefissato.
Alle mie spalle sento un la voce di Monica, è la pacemaker che conduce un gruppo che ha l’obiettivo di giungere sul traguardo entro 2 ore 10 minuti, che incita il gruppo a non demordere perché ormai risultato appare acquisito. Si tratta solo di gestire il tempo che rimane disponibile. Decido che è un’occasione che non posso farmi scappare; siamo in vista del traguardo si vede il traguardo che tagliamo tenendoci per mano. È la conclusione di una bellissima giornata inondata dal sole di primavera; per me è anche il giorno di una gara che in qualche modo mi ha ripagato di tutto l’impegno che ho messo nel preparare la Roma – Ostia 2022. È la 47^ e per me la 3^ che ho chiuso con il tempo di 2:9’24”.
Avanzo lentamente sulla spianata adiacente al mare di Roma dove si ritira il pacco gara, ci si incontra con gli amici, si ritira la medaglia … mi godo la soddisfazione di essere arrivato bene e con gli occhi cerco Ginetta al di là delle transenne. Ci incontriamo all’uscita dell’area riservata agli atleti e ci avviamo verso il B&B dove abbiamo alloggiato per una doccia rigenerante.
In questi 2 giorni con Gina abbiamo imparato a conoscere e anche ad apprezzare Ostia Lido, una città nelle città con ampi spazi vivibili sia per le persone sia per le automobili e il mare accessibile a tutti. A completare la cena del sabato sera, torniamo, graditi ospiti, “Da Gianni” per consentire a me di mangiare l'”amatriciana” alla quale avevo rinunciato la sera precedente, rivedere Gianni Peduto, e ripartire alla volta di Roccadaspide dove arriviamo all’ora di cena.