Il nome Gromola deriva da grumo, cioè collinetta di sabbia formatesi circa 100.000 anni fa, grazie al Fiume Sele e al Mar Tirreno. Il feudo di Gromola apparteneva alla marchesa Mariella Pinto. La marchesa, sulla collinetta di Gromola Vecchia, fece costruire un palazzo con annessa bufalara, una delle più belle a caratteristiche di tutta Paestum, col suo compenetrarsi nel concavo prospetto Est del palazzo signorile. Con la Riforma Fondiaria Gromola venne trasformata, furono costruiti 300 poderi, con strade e canali, la paleoduna, la Collinetta, nella cosiddetta Gromola Nuova, fu parzialmente sbancata per far posto a nuovi edifici. Fu costruito un Borgo agricolo con chiesa, negozi, bar, studio medico e un campo da calcio. Il tutto fu inaugurato nel 1960 da Mariano Rumor, ministro dell’agricoltura del tempo e dal Sindaco di allora Salvatore Paolino. La chiesa di Gromola, fu progettata dall’architetto Ezio Caizzi, purtroppo oggi poco rimane della felice intuizione dell’architetto Caizzi, che con maestria, prendendo spunto dall’architettura organica di Frank Lloyd Wright, avevo dato lustro all’anonimo borgo agricolo di Gromola. Nell’indifferenza generale, con l’ultima pseudo-manutenzione, la chiesa di Gromola ha subito un vero e proprio sfregio, il campanile è stato colorato d’arancione tendente al cocozza, sul tetto sono state montate canaline e gronde color del cane che fugge, il grande lampadario che faceva bella mostra di sé nel bel mezzo della navata centrale, che ricordava lo stile di Juan Mirò, è sparito. A tutto c’è rimedio tranne alla stupidità degli uomini, ma nella vita si perde e si ritrova, però deve essere ben nascosto dall’ignoranza e dalla presunzione. Negli anni ’30 Gromola, terra di bufali, gualani e Dei, assurge agli onori della cronaca archeologica, per il ritrovamento del Santuario di Hera Argiva, da tutti considerato solo un mitico racconto. Infatti, nell’aprile del 1934, Umberto Zanotti Bianco e Paola Zancani Montuoro, smentendo i parrucconi da scrivania, inoltrandosi nella boscaglia e straziati dai roveti, trovano il Santuario di Hera, proprio lì, sulla riva sinistra del Sele, ove il geografo Strabone lo aveva collocato
. Il Santuario di Hera Argiva al Sele, secondo la tradizione, fu fondato dall’eroe greco Giasone, che comandava la nave Argo, da cui l’attributo “Argiva” dato alla divinità. Ora dopo l’ultima alluvione il Santuario di Hera Argiva e la Masseria Precuiali, ove è stato allestito il Museo Narrante, sono tornati nell’oblio. Diceva il vecchio saggio … se non sapete onorare gli Dei, lasciate che dormano il loro sonno misconosciuto!
..La cosa più bella di Gromola, terra sacra alla Dea Primigenia Hera Argiva, era l’alberata, di pini e cipressi, di Via Olmopanno. Poi fu asfaltata la strada, tutta buche e crepe, furono tagliati gli alberi e messi a dimora micragnosi e striminziti arbusti. Tutto era cominciato con una adirata e costante battaglia di una giovin donzella riccia, che abitava costì. Ma poco gliene incolse, tutti giorni, le sere e le notti, ritornando alla dimora genitrice, sobbalzando e scossa dalle balestre del suo risciò, si lamentava e imprecava a ciò. Ma gli tagliarono le odorose fronde, tanto care ai suoi uccelli. Ora l’Olmopanno non ha più i suoi frondosi fusti, ma un panno d’asfalto muto, al posto del canto dell’usignolo grato! (poesia del poeta anonimo dei Precuiali). Gromola è una duna, ma nessuno lo sa. Il cordone dunale di Gromola, si eleva sul livello del mare di 25 m., si formò circa 100.000 anni fa, a 3 km di distanza dalla costa. Tale cordone dunale corre dal Gaudo fino a Gromola, sul quale correva la strada che da Paestum conduceva al Santuario di Hera Argiva al Sele. A 2 km. Ad Est della collinetta di Gromola, si formò circa 120.000 anni fa, la collinetta della Masseria Stregara, 12 metri sul livello del mare. Su queste collinette di sabbia e conchiglie, che emergevano dalla Piana alluvionale del Sele, gli antichi feudatari costruirono le loro masserie, con bufalare, silos, stalle e residenze gualaniche. Circa 2500 anni fa, quando i Greci arrivarono nella Piana del Sele, trovarono il luogo adatto per costruirvi la loro città e i santuari extraurbani, che ne definivano la Chora di competenza. All’epoca il territorio di Gromola era caratterizzato da una spiaggia la Sterpina, che correva da Varolato fino a Paestum, da dune costiere formate dal vento la duna della Laura, da una palude il Sele Morto, tra la Laura e la collinetta di Gromola. Tutto questo spiega perché ad ogni alluvione, l’acqua occupa tutto lo spazio che va dalla Stregara ai Precuiali, fino all’Ariston e oltre. Il Santuario di Hera Argiva, costruito a Gromola sull’argine sinistro del Fiume Sele, dai Greci 2500 anni fa, era circondato da un giardino acquatico lussureggiante. Il Santuario di Hera, era collegato alla Città di Paestum da una strada che correva lungo il cordone dunale di Gromola, arrivava al Gaudo e penetrava in città attraverso Porta Aurea.