Già prima del Covid il Santo Padre ci manifestò la Sua attenzione. Ma non potemmo incontrarlo perché un esserino visibile soltanto al microscopio ha modificato, per all’incirca tre anni, le modalità di approccio alla globalizzazione, ha cambiato la vita degli uomini e delle donne in gran parte del pianeta e ci ha costretti a non vivere quella socialità che è valore ineludibile per ognuno di noi.
Per certi versi, la socialità, è il senso primario della nostra esistenza: il dialogo, le evoluzioni, le strutturazioni, l’amore che ci doniamo; l’unione su cui impostiamo i cammini che migliorano l’esistenza dei più; il rispetto delle regole cui riconosciamo la valenza che permette di sentirci uguali, protetti, inclusi; lo sguardo verso l’orizzonte del divenire, quella linea che il credente osserva dogmaticamente sapendo che oltre la vita c’è ancora … la vita.
Tra le tante straordinarietà che ci derivano dal dono che è nell’ udienza del prossimo 26 ottobre, a cui parteciperà una rappresentanza rilevante della nostra comunità di pratica educante, vi è, sopra le altre, proprio il ritorno alla socialità che vedrà protagonisti tanti ragazzi e bambini assieme a Papa Francesco e a noi, gli adulti.
Coloro i quali sono responsabili della comunità Bimed hanno reso possibile l’organizzazione di questo momento che ci vedrà insieme a circa diecimila persone che altrimenti forse in nessun caso avremmo potuto vedere tutti insieme. Da Aosta a Mazara del Vallo, tutt’Italia è presente in questo bellissimo momento in cui potremo dichiarare al mondo il nostro impegno per la pace in Ucraina e perché, in via più generale, il contesto planetario possa vivere un tempo senza conflitti. Lo faremo confortati dalla presenza e dalla parola del Santo Padre che è l’esempio più alto cui guardiamo noi di Bimed in ogni nostra azione. Il tempo e lo spazio della vita che stiamo attraversando dovrà connotarsi di buona volontà, ne ha bisogno il pianeta di cui siamo parte e la Terra che resta a tutt’oggi l’unico luogo in cui la vita umana potrà continuare a essere vita qual è.
Non v’è senso, senza se e senza ma. Un grazie sincero a Papa Francesco per aver voluto ricevere la nostra comunità, un grazie dal profondo del mio cuore ai tanti, tantissimi che si sono prodigati per il buon esito di questa giornata tanto importante per ognuna delle entità partecipanti. Sarà una giornata che ricorderemo per l’intera vita, magari sorridendo anche a distanza di anni, quando incontreremo nella nostra memoria lo sguardo rassicurante di Papa Francesco e, con l’orgoglio che proviene solo dal bene, ripenseremo alle tante mani che abbiamo stretto, agli abbracci che ci saremmo scambiati, ai sorrisi e alla comunione d’intenti che ha pervaso i nostri cuori in Sala Nervi permettendoci di dire al mondo che noi ci siamo e preghiamo insieme al santo Padre perché sempre più azioni, opere e missioni possano connotare di bene, nella pace, il mondo.
Andrea Iovino
Presidente Biennale delle
Arti e delle Scienze del Mediterraneo