Riccardo Dalisi alla Fornace Falcone.
Arrivato alla fornace, in azienda un pomeriggio d’autunno di un po’ di anni fa, mi accoglie il sorriso quasi ingenuo di un mite signore che mio figlio Valerio mi presentò come il maestro Riccardo Dalisi.
Avevo visto e letto del creativo professore di progettazione architettonico presso l’università di Napoli e del grande designer che aveva sdoganato dall’elitario alone quella disciplina, tutta milanese, costruendo figure ed oggetti con materiali di scarto già a fine anni sessanta, nonché premiato dall’ADI con due compassi d’oro.
Nemmeno il tempo delle presentazioni che il maestro già fremeva per iniziare il lavoro prefissato, di dipingere 45 piatti da 45 cm. Immediatamente mi chiede i pochi materiali occorrenti per realizzare i suoi complessi pensieri. Mentre con la necessaria discrezione mi accingevo ad assisterlo, a fatica riuscivo a fornirgli l’occorrente mentre già dipingeva, sversava smalti e colori sui piatti direttamente dai contenitori, poi con un punteruolo incideva quasi con furia mentre già cercava sui ripiani dei carrelli scarti di maioliche da aggiungere a ritagli di rame che aveva portato con sé.
Il risultato di tanto impeto è stato meraviglioso, di sconfinata creatività e fantasia senza lasciarsi imprigionare dalla tecnica, “conferendo animazione a quell’apparente disordine” come diceva Alessandro Mendini.
Per me e stato un grande onore collaborare con Maestro, averlo potuto guardare mentre creava opere d’arte con la gioia di un bambino e la sicurezza di un’infinita esperienza. Un genio che mi ha emozionato e che mi lascia un ricordo di gioia.
È stata una grande fortuna averlo incontrato.
Raffaele Falcone
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