Una galleria en plein air nata quattro anni che ospita sotto la luce del sole artisti provenienti da tutto il mondo il Porto d’arte Acciaroli: anche questa estate rimette in gioco la sua visibilità a partire dal 29 giugno prossimo ore 19.00 per l’intera estate con i due artisti Sasa Giusto e Franco Silvestro. Immersa nel giardino dell’isolotto sito al centro del porto è l’opera installativa di Franco Silvestro, una barca che abbraccia un albero. L’artista napoletano l’ha chiamata Vengo da lontano e sul suo lato si leggono i versi di un poeta italo – somalo:” vengo da lontano nonostante ballassi fra le onde”. Allude a due viaggi quello di Odisseo che ha una sua fine e quello dei migranti teso a sfuggire le avversità. L’albero rappresenta l’auspicio di una vita degna. Sasa Giusto invece installerà una rete che unisce insieme significati a volte anche opposti .la rete può imprigionare, intrappolare, fa pensare all’enorme potere di chi gestisce.ma anche all’inclusione all’appartenenza. “Ma nel suo significato più democratico di vie e di linee di comunicazione-afferma lo stesso artista- mi affascina da tempo, conquistato come tutti dall’immensa opportunità che la rete informatica offre in ogni angolo del mondo. Pensando al Cilento, al suo mare e alla sua natura fertile, la visione delle reti di mare e degli ulivi che dominano il paesaggio mi ha permesso di verificarne la varietà di dimensioni, forme e colori.” Fa da eco critica ai due artisti Massimo Sgroi nell’evidenziare come nel mondo delle alterità tecnologiche “lo straniero non è più altro da noi (con tutte le caratteristiche di fascinazione che ciò comporta)ma differente e, quindi, da un punto di vista umano a noi indifferente….Ora le due installazioni partono da questo presupposto per ricondurre le logiche estetiche e sociali nella concettualità artistica del terzo millennio; se per Sasa Giusto la rete primancora di una connessione elettroneuronale è strumento oggettuale di appartenenza , di identità e di creazione di regole comuni etico- morali, per Franco Silvestro la barca…è il momento di rinascita, di apertura di nuovi orizzonti dove l’altro non sia più indifferente.” Il ruolo di resistenza all’0mologazione ed all’appiattimento o meglio all’abrutimento morale è sicuramente ancora una volta affidata all’arte che cerca di smuovere nel fruitore le sue corde più profonde forse acriticamente cristallizzate da un pensare passivo ed indiretto. GABRIELLA TADDEO
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