“Persano, il sequestro è stato convalidato, a breve potrebbero esserci gli indagati. Imprese con le casse vuote e senza beni”. L’avvocato del comune. Mennella, parla in una riunione pubblica Campi con i sequestri convalidati, imprese fallite e lavoratori a spasso. E’ brutto il risveglio di Serre dopo il sogno del golf che doveva cambiare il destino di molti dei poco più di 4mila abitanti. Erano tedeschi i primi imprenditori che credettero, eravamo a cavallo del 2000, al golf a Persano. Appena eletto Palmiro Cornetta, il sindaco reso celebre dalle battaglie antidiscarica gli preferì una cordata di imprese lumbard, gente che si muoveva tra Brescia e Padova. Quindici anni dopo il risultato è impietoso: in buca sono andati solo i sei milioni di fondi europei che dovevano trasformare le campagne dove i Borboni andavano a caccia nel green modaiolo dove vanno a passare il loro tempo i ricchi sfondati arabi, russi e anglosassoni. La fiction è durata pochi anni con l’intervallo barricadero degli scontri con Bertolaso a Valle della Masseria. Portata la monnezza nel bosco di Macchia Soprana, sempre sul limitare del fiume Sele, e un bel po’ di euro nelle casse comunali – meno di quelli promessi – si torna a parlare di mazze e palline a Persano. Attorno c’è sempre un alone di mistero e c’è chi racconta che tutto va bene. Accade che Cornetta finisca il suo mandato, così come Bassolino alla regione, e chi gli succede, è un po’ più sospettoso. Intanto i bresciani. i soldi li hanno incassati tutti. Le trentasei buche previste si fermano a nove, gli operai senza stipendio da oltre un anno prima scioperano – ma quattro di loro lavorano a gratis e a oltranza – chiedono il fallimento dell’Igd, il loro datore di lavoro e, infine. Dulcis in fundo c’è un comune che ha messo in bilancio oltre un milione di euro di “entrate certe” (affitto dei terreni, oneri di concessione) dall’Igd e ora fatica non solo a far quadrare i bilanci ma ad assicurare i servizi fondamentali verso i cittadini. . “Il sequestro del campo da golf è stato da poco convalidato. E’ una misura cautelare di tipo penale. Chi indaga ipotizza dei reati, ma allo stato io non ne ho conoscenza. Così come apprendiamo delle procedure fallimentari avviate a carico delle società che devono soldi al comune e ai lavoratori, tutte trovate senza proprietà o conti correnti”. Donato Mennella, è l’avvocato incaricato dal comune di Serre per seguire la vicenda del campo di viale Gioacchino Murat, a Persano. Non fa mistero di ritenere troppo blanda e buonista il trattamento degli amministratori del passato verso gli ammaliatori del “miracolo golf”. “Sono due anni che lavoro su questa storia, sfido chiunque a conoscerla meglio di me, ovviamente negli aspetti normativi…”, dice. Oltre agli esposti di alcuni consiglieri comunali molto hanno fatto le interrogazioni parlamentari presentate da Franco Cardiello e dal grillino Angelo Tofalo. Sigilli e sequestri, ma anche un certo numero d’indagati, sono ora lì a scandire un altro capitolo di questa storia nata storta. L’Igd, Italian Golf Development Srl, è un consorzio di imprese costituita tra gli altri dalla Matteoli Spa e Serenissima Spa e non da ruspanti appaltatori nostrani. È triste destino al quale sembra destinato il campo da golf «Le Costiere- Persano golf resort». Il campo fu inaugurato il 13 febbraio 2010, ovvero all’epoca in cui presidente della Regione Campania era Antonio Bassolino. Fu una vittoria di Palmiro Cornetta. Vinsero le mazze e le palline. «Costiere Persano golf resort» rischia di essere un sogno fallito, perché la Italian Golf Development, che doveva realizzato l’impianto, è “tecnicamente fallita”, come eufemisticamente annuncia Donato Mennella, il patrocinatore del comune di Serre. L’amministratore delegato della società, Alessandro Schiavone, aveva già comunicato al sindaco di Serre, Franco Mennella, la decisione di avviare le procedure per il fallimento. La Idg deve prendere atto della «consolidata e negativa situazione finanziaria, patrimoniale e debitoria in cui versa la società», «dell’impossibilità di ripristinare autonomamente le necessarie condizioni di equilibrio gestionale» e «dell’inerzia o impossibilità dei soci ad immettere le ulteriori ed indispensabili risorse finanziarie così come più volte richiesto dal sottoscritto». Quest’ultima motivazione significa una cosa soltanto: nessuno crede più nel golf salernitano. Si è fermata anche la manutenzione del green fino all’estate scorsa garantita da quattro dei quattordici dipendenti senza stipendio da undici mesi, gli altri nove hanno preferito scioperare. E le pecore, come segnalato da molti, hanno spontaneamente anche se abusivamente ripreso possesso dell’area. Un colpo al cuore soprattutto per quell’ex sindaco di Serre, Palmiro Cornetta, che osò sfidare Bertolaso. A suo dire una soluzione ci sarebbe: «La Regione Campania deve chiedere la rescissione del contratto e la restituzione dei fondi europei mentre il Comune deve acquisire d’autorità l’impianto e gestirlo con un partner esperto. La società è venuta meno ad un preciso obbligo contrattuale: l’impianto avrebbe dovuto funzionare per dieci anni e prima di cinque anni non era consentito alcun tipo di cessione». E’ la sua ricetta. Le opposizioni di Serre chiedono al sindaco di discuterne in un consiglio comunale monotematico. Come ha scritto Italia Oggi, il quotidiano economico In quelle buche si è insabbiato molto di più. Si è insabbiata, ovvero, l’idea che da anni eccita la Campania e i suoi amministratori: quella di poter risolvere tutto con il golf, ovvero con un sport che nella regione conta 580 tesserati contro i 25.589 della Lombardia. A Persano se sono fatti vedere in 40. Troppo pochi per le speranze di ieri, di oggi e del futuro di Serre. Oreste Mottola [email protected]
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