di Francesca Blasi Pieno e vuoto. Chiaro e scuro. Vita e morte. Sopra e sotto. Luce e ombra. L’universo e le sue infinite sfaccettature sono racchiuse tutte nelle opere dell’artista Pino Latronico. Nella mostra “Cromie dell’inconscio”, allestita nello spazio espositivo “Fornace Falcone” al Cilento Outlet Village, nell’ambito della rassegna culturale “Materie1”, sono esposte sette opere inedite, maestose ed ipnotiche del pittore lucano. Raccontano tutte una storia al tempo stessa fantastica e reale, perché nei soggetti che sembrano frutto di un sogno, vi è custodito il senso della vita, fatta di un inizio e di una fine, di una nascita e di un commiato. Sette storie accomunate da un medesimo punto di partenza. Non importa se sia stilizzato, invocato o dipinto nei minimi particolari. L’albero è l’elemento presente in tutte le opere, attorno al quale si sviluppa e si irradia la scena. L’albero del peccato originale, l’albero maestro, l’albero della vita, l’albero degli amanti archeologi, l’albero del fico, l’albero dei cipressi, l’albero dei pesci: in ognuno di questi quadri si sviluppa un mondo dove la dimensione del tempo e dello spazio si ferma e si cristallizza nell’immaginario di chi guarda. La scena potrebbe essere avvenuta in ogni epoca e in ogni luogo, vi sono richiami al passato ed elementi di probabile quotidianità. In ogni quadro colpisce l’approccio, intenso e vibrante, che Latronico ha con il colore. Lo segue senza assecondarlo, lo ascolta senza lasciarsi domare, bensì domandolo, perché “la pittura è il colore, ma quest’ultimo non deve sopraffarti”. L’artista conduce giochi arditi e irriverenti, accostando tonalità difficili nella convivenza, rendendo armonico quello che all’apparenza sembra impossibile. In ogni opera, quasi come se fosse la sua firma segreta, un elemento, un ricordo, un rimando, alla sua terra, la Lucania, con il suo glorioso passato e la sua storia millenaria. Biografia: Pino Latronico è nato a Sarconi (PZ) il 23 aprile del 1952. Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, sotto la guida dei maestri Giovanni Brancaccio e Armando De Stefano insegna Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Salerno. Si occupa, oltre che di pittura, di incisione, restauro e fotografia, quest’ultima iniziata con il fotografo napoletano Mimmo Iodice, all’Accademia di belle Arti di Napoli nel 1973. Dal 1975 ha svolto un’ intensa attività artistica, partecipando a numerose mostre di pittura, personali e collettive, in Italia e all’estero. Parallelamente inizia la sua ricerca fotografica, sfruttando questo mezzo sia come taccuino di appunti di immagini pertinenti la sua pittura , sia, autonomamente, come ricerca antropologica dei gesti, dei volti e dei segni dell’uomo, nella sua Lucania.
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