In piedi, Signori, davanti ad una Donna di William Shakespeare Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti a una Donna. È partita con questa premessa la conferenza dedicata all’“L’Amore Bugiardo” per gli studenti dell’IIS Parmenide di Roccadaspide, tenutasi venerdì 2 marzo. Al tavolo dei relatori un nutrito numero di professionisti, per la quasi totalità composto da donne che, con il loro operato, testimonianza ed esperienza, si sono esposti in prima linea per offrire, al pubblico composto dagli alunni delle classi quarte dell’Istituto Parmenide di Roccadaspide, tutta la loro conoscenza sul problema “violenza sulle donne”. L’argomento è oggi molto attuale e vale la pena conoscerlo per meglio affrontarlo e superarlo. Il preside, Mimì Minella, saluta gli ospiti e poi si siede tra il pubblico ad ascoltare le relazioni di chi è situato dietro al tavolo dei relatori. Per il sindaco Gabriele Iuliano parlare di violenza in questo momento è necessario. “Mi preoccupa quello che non si dice – sostiene il sindaco – l’evoluzione culturale sta nel fatto che finalmente viene fuori ciò che per troppo tempo si è celato”. A moderare gli interventi ancora due donne: Carmela Maria Verrelli e Rita Brenca dirigenti scolastiche dell’I.C. di Altavilla e di Roccadaspide che si dichiarano pronte a supportare iniziative che aiutino le nuove generazioni a capire, affrontare e risolvere questa grave forma di degrado sociale. La dottoressa Gaetana Falcone, assessore alle pari opportunità del comune di Salerno, ritiene necessario cambiare comportamenti e approcci al problema e offrire ai giovani uno sportello di ascolto per individuare l’amore bugiardo e il progetto “Lo scrigno di Alice” va verso questa direzione. La dottoressa Anna Malinconico, sociologa, parla di stereotipo per quanto concerne il diverso rapporto tra uomo e donna e sostiene che il percorso intrapreso, per avere gli stessi diritti, è stato lungo e complesso e non si è ancora giunti ancora ad un completo riconoscimento. È risaputa la complessità della mente femminile e la linearità di quella maschile quindi bisogna agire in tranquillità facendo venire fuori i nostri sentimenti. Quindi è necessaria una formazione, una condivisione e una presa di coscienza consapevole che metta in grado tutte di capire quando il rapporto con il compagno di vita svilisce il rapporto. I sintomi del malessere, quando sono evidenti, bisogna agire e comunicarli ad amici e parenti al fine di evitare l’isolamento. La dottoressa Daniela Marinelli, presidente del centro A.S.P.I.C. Salerno, sostiene che il raptus non è che la punta di un iceberg e il tutto ha avuto una lenta evoluzione. È necessario il rispetto per l’altro ma siamo anche responsabili di quello che ci accade. “Amate l’anima che è dentro di voi e nessuno oserà calpestarvi – afferma con convinzione la Marinelli – esistono segnali e bisogna stare attenti amore e distribuzione viaggiano insieme”. Elisa Coviello, presidente dell’Ass. LiberaMente Donne, si dice pronta con la sua associazione, a dare il giusto supporto ai giovani del territorio attraverso iniziative che vanno nella stessa direzione della conoscenza e della formazione. La dottoressa Monia Monzo, coordinatrice e responsabile del centro antiviolenza ambito S7 e vicepresidente dell’Ass. Manden, racconta il loro modo di aiutare le donne. Sostiene, poi, che le loro testimonianze sono molto profonde e sottili. È necessario un aiuto psicologico perché uscirne non è facile se non ci si fa aiutare. “L’amore non fa male, mai! – ribadisce la Monzo – bisogna avere coraggio, prendere coscienza, ribellarsi per andare avanti ed essere liberi”. I centri di ascolto sono ben organizzati e non bisogna tergiversare. La dottoressa Grazia Biondi, presidente dell’Ass. Manden, racconta la sua esperienza di violenza vissuta nel rapporto con il marito ed è convinta che raccontare è la prima cosa da fare per poter uscire dal tunnel. Ci vuole coraggio, lealtà e amore. La dottoressa Antonella Palladino, penalista del foro di Salerno, racconta che al Centro Antiviolenza si lavora in equipe e ciascuno ha il suo ruolo. L’avvocato, ad esempio, individua il grado di pericolo che corre chi denuncia e segue il percorso con tutto il gruppo. Ma senza il primo passo fatto dalla donna, che consiste nella denuncia, non può esserci speranza. Il dottore Domenico Mazzullo, unico relatore maschio di questo convegno, psichiatra e psicoterapeuta, dice di provare vergogna, in questo momento, ad essere uomo per tutto ciò che succede. Sostiene che la violenza è sempre esistita. “C’è da dire anche che l’uomo non sarebbe sopravvissuto senza violenza – chiarisce Mazzullo – perché era il più debole tra gli altri animali. L’uomo ha maggiori attitudini alla violenza rispetto alla donna perché nei secoli, questa, si è sempre più sviluppata e ancora di più manifestata”. L’uomo oggi diventa violento perché si sente ferito nell’orgoglio, profanato nella sua sensibilità e vede degradata la sua dignità. Cicerone asseriva “Valeo si vales – Se tu stai bene, io sto bene”. E poi Mazzullo conclude che “L’uomo che usa violenza è un uomo debole. Quell’uomo che esercita violenza fisica o psicologica non vuole bene e difficilmente cambia senza un intervento esterno.” Alla fine dell’incontro, docenti e giovani studenti si allontanano dalla sala dell’incontro con una consapevolezza in più: non assecondare atteggiamenti di sopraffazione, anche se solo verbale, può essere il primo atto per frapporre tra sé e il prossimo uno spazio vitale per sopravvivere meglio nella società moderna. Gli studenti dell’Istituto Parmenide a lezione di convivenza tra uomini e donne La violenza sulle donne viene da lontano ma non si stanca di compiere stragi fisiche e danni psicologici I n piedi, Signori, davanti ad una Donna di William Shakespeare Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi, Signori, davanti a una Donna. È partita con questa premessa la conferenza dedicata all’“L’Amore Bugiardo” per gli studenti dell’IIS Parmenide di Roccadaspide, tenutasi venerdì 2 marzo. Al tavolo dei relatori un nutrito numero di professionisti, per la quasi totalità composto da donne che, con il loro operato, testimonianza ed esperienza, si sono esposti in prima linea per offrire, al pubblico composto dagli alunni delle classi quarte dell’Istituto Parmenide di Roccadaspide, tutta la loro conoscenza sul problema “violenza sulle donne”. L’argomento è oggi molto attuale e vale la pena conoscerlo per meglio affrontarlo e superarlo. Il preside, Mimì Minella, saluta gli ospiti e poi si siede tra il pubblico ad ascoltare le relazioni di chi è situato dietro al tavolo dei relatori. Per il sindaco Gabriele Iuliano parlare di violenza in questo momento è necessario. “Mi preoccupa quello che non si dice – sostiene il sindaco – l’evoluzione culturale sta nel fatto che finalmente viene fuori ciò che per troppo tempo si è celato”. A moderare gli interventi ancora due donne: Carmela Maria Verrelli e Rita Brenca dirigenti scolastiche dell’I.C. di Altavilla e di Roccadaspide che si dichiarano pronte a supportare iniziative che aiutino le nuove generazioni a capire, affrontare e risolvere questa grave forma di degrado sociale. La dottoressa Gaetana Falcone, assessore alle pari opportunità del comune di Salerno, ritiene necessario cambiare comportamenti e approcci al problema e offrire ai giovani uno sportello di ascolto per individuare l’amore bugiardo e il progetto “Lo scrigno di Alice” va verso questa direzione. La dottoressa Anna Malinconico, sociologa, parla di stereotipo per quanto concerne il diverso rapporto tra uomo e donna e sostiene che il percorso intrapreso, per avere gli stessi diritti, è stato lungo e complesso e non si è ancora giunti ancora ad un completo riconoscimento. È risaputa la complessità della mente femminile e la linearità di quella maschile quindi bisogna agire in tranquillità facendo venire fuori i nostri sentimenti. Quindi è necessaria una formazione, una condivisione e una presa di coscienza consapevole che metta in grado tutte di capire quando il rapporto con il compagno di vita svilisce il rapporto. I sintomi del malessere, quando sono evidenti, bisogna agire e comunicarli ad amici e parenti al fine di evitare l’isolamento. La dottoressa Daniela Marinelli, presidente del centro A.S.P.I.C. Salerno, sostiene che il raptus non è che la punta di un iceberg e il tutto ha avuto una lenta evoluzione. È necessario il rispetto per l’altro ma siamo anche responsabili di quello che ci accade. “Amate l’anima che è dentro di voi e nessuno oserà calpestarvi – afferma con convinzione la Marinelli – esistono segnali e bisogna stare attenti amore e distribuzione viaggiano insieme”. Elisa Coviello, presidente dell’Ass. LiberaMente Donne, si dice pronta con la sua associazione, a dare il giusto supporto ai giovani del territorio attraverso iniziative che vanno nella stessa direzione della conoscenza e della formazione. La dottoressa Monia Monzo, coordinatrice e responsabile del centro antiviolenza ambito S7 e vicepresidente dell’Ass. Manden, racconta il loro modo di aiutare le donne. Sostiene, poi, che le loro testimonianze sono molto profonde e sottili. È necessario un aiuto psicologico perché uscirne non è facile se non ci si fa aiutare. “L’amore non fa male, mai! – ribadisce la Monzo – bisogna avere coraggio, prendere coscienza, ribellarsi per andare avanti ed essere liberi”. I centri di ascolto sono ben organizzati e non bisogna tergiversare. La dottoressa Grazia Biondi, presidente dell’Ass. Manden, racconta la sua esperienza di violenza vissuta nel rapporto con il marito ed è convinta che raccontare è la prima cosa da fare per poter uscire dal tunnel. Ci vuole coraggio, lealtà e amore. La dottoressa Antonella Palladino, penalista del foro di Salerno, racconta che al Centro Antiviolenza si lavora in equipe e ciascuno ha il suo ruolo. L’avvocato, ad esempio, individua il grado di pericolo che corre chi denuncia e segue il percorso con tutto il gruppo. Ma senza il primo passo fatto dalla donna, che consiste nella denuncia, non può esserci speranza. Il dottore Domenico Mazzullo, unico relatore maschio di questo convegno, psichiatra e psicoterapeuta, dice di provare vergogna, in questo momento, ad essere uomo per tutto ciò che succede. Sostiene che la violenza è sempre esistita. “C’è da dire anche che l’uomo non sarebbe sopravvissuto senza violenza – chiarisce Mazzullo – perché era il più debole tra gli altri animali. L’uomo ha maggiori attitudini alla violenza rispetto alla donna perché nei secoli, questa, si è sempre più sviluppata e ancora di più manifestata”. L’uomo oggi diventa violento perché si sente ferito nell’orgoglio, profanato nella sua sensibilità e vede degradata la sua dignità. Cicerone asseriva “Valeo si vales – Se tu stai bene, io sto bene”. E poi Mazzullo conclude che “L’uomo che usa violenza è un uomo debole. Quell’uomo che esercita violenza fisica o psicologica non vuole bene e difficilmente cambia senza un intervento esterno.” Alla fine dell’incontro, docenti e giovani studenti si allontanano dalla sala dell’incontro con una consapevolezza in più: non assecondare atteggiamenti di sopraffazione, anche se solo verbale, può essere il primo atto per frapporre tra sé e il prossimo uno spazio vitale per sopravvivere meglio nella società moderna.
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