Leggenda della luna e delle stelle
Gli aborigeni credono che ci sia una terra misteriosa e meravigliosa formata da valli e colline alberate. Quella terra è popolata da Lune, grandi e sferiche, che si spostano sull’erba rotolando e di notte si divertono a passeggiare nel Cielo. Queste Lune, però, non vivono in gruppo, ma si muovono solitarie non sapendo di andare incontro ad un grave pericolo, un gigante. Il gigante vive al di fuori della valle, afferra le Lune ed, ogni notte, con un coltello ne taglia una fetta. Nel momento in cui non ne rimane più nulla, se non tante schegge, le getta nel cielo creando le Stelle. Questi frammenti di luna durante il giorno si nascondono, intimorite dal Sole, mentre di notte tornano a risplendere nel cielo giocando tra loro.
I primi Aborigeni
L’arrivo dei primi Aborigeni sul continente australiano risale a circa 50.000 anni fa quando il paese era terra franca per i grandi mammiferi e le incontaminate e selvagge foreste. Questi primi abitanti occuparono le terre australiane e si organizzarono in tribù sparse per il territorio. Le tribù che vivevano sulle coste si dedicavano all’agricoltura, all’allevamento e alla pesca, mentre quelle dell’entroterra erano estremamente abili nella caccia, che forniva loro il sostentamento di cui avevano bisogno.
La colonizzazione
La loro organizzazione venne sconvolta completamente dall’arrivo dei coloni britannici che si appropriarono delle terre secondo il principio della terra nullius, che gli permetteva di occupare questi territori completamente disabitati. L’invasione coloniale provocò una netta diminuzione della popolazione aborigena a causa delle malattie provenienti dal continente europeo a cui il loro corpo non sapeva reagire. La popolazione locale passò da circa 1 milione ad appena 60.000 persone. Per tutto il XX secolo è proseguito il tentativo di sradicare questa cultura dalla terra australiana con la pratica barbara dell’affidamento dei figli aborigeni e famiglie discendenti dalla colonizzazione europea. Questo è quello che gli aborigeni definiscono “generazione rubata”. Nonostante questi tentativi alcune popolazioni aborigene resistono nelle zone periferiche delle città, ma soprattutto nelle zone del nord del paese, dove sono riusciti a riottenere alcune delle terre di loro antichità proprietà.
Uluru: il monolite sacro d’Australia
Celebre in tutto il mondo per le sue tonalità cangianti di rosso che si stagliano sullo sfondo del deserto in Australia centrale, il monolite di arenaria Uluru è una delle immagini preferite dai turisti. Conosciuto anche con il nome di Ayers Rock, denominazione attribuitagli dai coloni, è patrimonio mondiale dell’umanità per volere dell’UNESCO viene scalato ogni anno da circa centomila persone. Per lungo tempo gli Aborigeni locali, gli Anangu, hanno protestato sostenendo che il luogo era sacro e dal 1985, anno in cui la gestione dell’Uluru-KataTjiuta National Park è stata affidata a loro, si sono battuti per vietare qualunque forma di arrampicata. In alternativa c’è la camminata attorno alla formazione rocciosa che è lunga più di nove chilometri. Questa roccia circolare o quasi è composta da molte parti differenti, ad esempio c’è una cascata che viene già da uno dei suoi lati, non è piatta, come si potrebbe credere e ci sono molti crepacci attraverso i quali è possibile camminare.