Quando, molti anni fa, mi trasferii definitivamente a Capaccio Paestum, tra le prime persone con le quali legai una profonda amicizia vi era Giuseppe Pace, “zio Peppe” per me. Lo chiamavo così per la grande stima che nutrivo e ancora oggi nutro per una persona che era bello incontrare, con la sua particolare eleganza e il suo sorriso che non mancava mai verso le persone che egli voleva bene.
Peppe Pace era un socialista, di vecchia e genuina nomenclatura, e non ha mai tralasciato questo suo pensiero, anche nell’epoca in cui i partiti politici cominciavano a sgretolarsi nella loro etimologia, per amalgamarsi in movimenti e associazioni privi ormai dei loro percorsi storici.
A “zio Peppe” piaceva parlare di questo e lo faceva con la sua straordinaria enfasi che lo distingueva da quel panorama ormai disastrato della politica che sovente, oramai, genera contraddizioni e superficialità. Lui invece sapeva differenziare con grande conoscenza questa discrasia che vi era tra la politica di una volta e quella attuale. Peppe Pace è stato sindaco di Capaccio dal 1981 al 1985, ruolo svolto con grande passione, mi raccontava. Un sentimento che lo ha accompagnato per tutti i suoi anni, senza mai smettere di osservare, analizzare e commentare tutto ciò che accadeva nel territorio dei Templi, nella sua Capaccio che tanto amava. Lo faceva con uno slancio forte, determinato, senza mai avere timore di dire quello che pensava. Questa sua caratteristica contribuiva ancor più a renderlo speciale, e questa sua peculiarità faceva accrescere in me il rispetto e la stima verso la sua persona.
Volendo contare quante chiacchierate abbiamo fatto insieme è pressoché impossibile; tante volte e ad ogni occasione approfittavamo per argomentare di vari argomenti, mi piaceva parlare con “zio Peppe” e a lui altrettanto e spesso mi diceva: «Io con te parlo volentieri perché oltre ad essere una persona di cultura mi consenti di dire le cose fino in fondo, non mi interrompi come fanno altri e mi ascolti con interesse, anche per questo ti voglio bene».
Ne ero e ne sono orgoglioso di queste parole, tanto più che lui era un mio grande, e forse unico, sostenitore delle mie pubblicazioni, delle mie opinioni e della mia visione territoriale che avevo e ancora ho per Capaccio Paestum. Non perdeva occasione per dirmi che dovevo farmi valere in politica, perché questa aveva bisogno di persone capaci. Un suggerimento che ovviamente accettavo ma non seguivo: la politica ed io siamo ormai dei contrapposti.
Era un uomo di cultura Peppe Pace, a volte mi sorprendeva davvero con le sue conoscenze storiche e attuali; era un uomo raffinato, perfino nella sua efficacia nel voler inserire la sua opinione negli argomenti di piazza che spesso, anche se ascoltava per puro caso, costituivano motivo di interesse per un suo intervento.
Era anche un uomo sensibile, il già primo cittadino di Capaccio Paestum, ricordo che un giorno ci lasciammo andare entrambi a qualche lacrimuccia per via di alcuni ricordi e pensieri del passato.
Però mi piace ricordare “zio” Peppe Pace con il suo sorriso e la sua eleganza, con il suo discorrere su molte cose e sul suo dare suggerimenti. Fino a circa un anno fa era facile incontrarci, la domenica mattina, nell’area archeologica, dove svolti i primi nostri obblighi di chiacchierata ci incamminavamo per il viale dei Templi per brevi passeggiate. Fu proprio durante questi incontri che mi raccontò i suoi anni da Sindaco, la sua vita politico-ammnistrativa della città, del come dovrebbe essere oggi Capaccio Paestum e cosa bisognerebbe fare per questo meraviglioso paese.
Un uomo con dei valori umani “zio Peppe”, un amico, un signore elegante e autorevole, un tassello importante che ben si incastra nella storia politica, sociale e culturale di Capaccio Paestum. Peppe Pace ci ha lasciato il 27 novembre, i suoi funerali si sono svolti sabato 28 nella contrada Laura presso la Chiesa Madonna di Loreto, dove purtroppo a causa delle restrizioni anti-Covid, la comunità, che egli amava, gli amici, chi ben lo conosceva, non hanno potuto salutarlo nella maniera ad egli dovuta. Un abbraccio a tutta la sua famiglia. Ciao zio Peppe!
Glicerio Taurisano