Conosco la famiglia Peduto di Castel San Lorenzo da quando, con mio suocero Giuseppe Chiacchiaro, ci recavamo a Castel San Lorenzo per incontrare Luigi detto “parriddo”, il padre di Peppino anche anche lui con la sua azienda impegnato nel settore delle pompe funebri.
Fu una collaborazione di lungo corso proseguita anche quando Tonino e Luigia subentrarono definitivamente nella gestione .
Giuseppe in quel tempo era impegnato a studiare lontano per raggiungere un obiettivo che lo avrebbe portato a conseguire la laurea in medicina, presso l’Università Federico II di Napoli, e diventare l’orgoglio di tutta la famiglia e di tanta parte della comunità nella quale era nato e cresciuto.
Sposò Rachele che le ha dato due figlie, Lucia e Silvia.
Ha esercitato la professione medica in vari ruoli fino a diventare responsabile del settore della sua specializzazione: Igiene e prevenzione collettiva e medicina dello sport.
Ma Giuseppe è stato molto attivo anche nel campo dell’associazionismo aderendo al Rotary della Valle del Calore e facendosi parte attiva nel tentativo di rilancio della Cantina sociale: “La nuova Valcalore”.
Recentemente, abbiamo preso parte a due iniziative pubbliche, una a Salerno e l’altra a Castel San Lorenzo, dove Giuseppe ha relazionato sulla Dieta Mediterranea di si era fatto paladino e ambasciatore. Utilizzava delle slide preparate che presentava con con scrupolosa attenzione e paziente atteggiamento paternalistico.
Era animato da profonde convinzioni nel motivare i presenti ad essere orgogliosi di essere nati nella terra dove Angel Kees lo codificò.
Ora che era arrivato alla pensione avrebbe avuto più tempo per dedicarsi anima e corpo alle missioni che si era dato. Purtroppo il suo cuore non ha retto all’artiglio dell’infarto che si è abbattuto su di lui.
Il sorriso sornione che nascondeva sotto i baffi è difficile da dimenticare. Come era impossibile non assecondare la sua cortese insistenza con la quale promuoveva una delle tante iniziative che sponsorizzava
Noi che restiamo e che lo abbiamo conosciuto possiamo raccogliere il testimone per evitare che la sua opera rimanga incompiuta.
Ecco un’intervista che gli feci tempo fa: