Oggi 27 novembre 2020 è morto Giuseppe Pace all’età di 92 anni. Dal 1981 al 1985 è stato sindaco di Capaccio Paestum ed ha militato nel Partito Socialista Italiano.
Giuseppe Pace, ha trascorso gli ultimi decenni della sua esistenza a muoversi sulle strade della sua Città e a intrattenersi con chiunque avesse voglia di ascoltarlo. A volte polemico, altre compiacente … altre ancora in modo paternalistico.
Non perdeva occasione per ricordare le sue esperienze di politico, amministratore, di imprenditore e di padre che hanno accompagnato la sua vita nella Città dei templi.
Capaccio Paestum è stata la sua palestra di vita vissuta durante la quale ha sempre occupato un ruolo nella politica del quale è stato un interprete “gentile” contribuendo a far diventare, nel bene e nel male, quello che oggi è.
In tante occasioni si affacciava con tatto nella nostra redazione di Viale della Repubblica in contrada Laura. Aveva sempre voglia di confrontarsi sull’attualità della vita politica politica Capaccese con qualche puntata in quella nazionale.
Raccontava di sé, senza spocchia ma con orgoglio, dei suoi trascorsi politici nel PSI e della sua esperienza amministrativa esaltando le cose fatte e rinnegando gli insuccessi ma sempre con la consapevolezza che tutto è relativo.
L’ultima volta che ho incontrato è stato a Paestum in occasione della penultima edizione della BMTA. Era una bella giornata di sole e lui orgogliosamente osservava il mare di gente che occupava l’area archeologica. Camminava appoggiandosi al braccio di sua figlia Angela con la quale aveva un rapporto di complicità “interessata”: non si concludeva un nostro incontro se non si faceva un passaggio sul ruolo che lei ricopriva in quel momento a livello pubblico.
Pur non avendo mai declinato un momento di tranquillo confronto e ascoltato le sue reprimende nei confronti della classe politica del momento, al momento della sua scomparsa mi sento in debito con lui per non avergli dedicato tutto il tempo che, probabilmente, lui avrebbe voluto e gradito passare in mia compagnia.
Un abbraccio ai suoi figli, Angela e Nicola, ed ai suoi nipoti che gli sono stati a fianco fino alla sua serena dipartita da questo mondo nel quale ha vissuto con presenza di spirito e senza negarsi la soddisfazione aver contribuito a cambiarlo secondo i criteri che lui riteneva buoni e giusti.
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