di Bartolo Scandizzo
Il primo giorno a Melbourne lo abbia trascorso in famiglia. Maria e Filippo Scandizzo ci hanno accolto con l’allegria di sempre e l’affetto del legame dì appartenere alla stessa famiglia di origini rofranesi. A casa loro abbiamo trovato Amelia con Sabino, un Sanzese naturalizzato dalla tribù degli Scandizzo, Conny con il ricordo di Demetrio che ci ha lasciato il suo sorriso a consolarci, Maria e Tom con le loro figlie Antonia e Agata. Ed è stata subito festa …
Saliti sull’ottovolante dei ricordi, vicini e lontani, ci siamo lasciati andare al 2003 quando ho conosciuto una parte della mia famiglia, dalla parte di mia nonna Carmela, anch’essa Scandizzo, con la quale potevo condividere solo una piccola parte di esperienze comuni. Il vuoto fu colmato con racconti e riscontri appannati dal lungo intervallo, se non addirittura assenti perché stroncati dalla diaspora che portò tantissimi di loro in un altro mondo.
Un buffet di dolci ci attendeva a casa di Amelia dove Filippo e Savino ci hanno fatto sostare con una prima tappa sulla via dall’aeroporto a casa di Filippo dove ci attendeva Maria, sua moglie.
Tavole ricche di ogni ben di Dio a testimonianza che il cibo è tanto importante come i legami parentali: anzi a volte coincidono. Il ricco pasto e le tante parole impilate tra una portata e l’altra hanno messo a tacere la voglia di chi viaggia attraversando 9 fusi orario, si sa, deve fare e i conti.
Il pomeriggio non ammette pause fino a quando ad imporre un break è la fisiologia. Al risveglio Tom e Maria ci propongono un giro in città, la City di Melbourne. Cuore pulsante della metropoli che conta oltre 4 mln di abitanti.
Grattacieli e strade colorate di ogni aspetto che caratterizza i centro città “globalizzati” in ogni nazione. Tra negozi e grattacieli, pub e ristoranti, artisti di strada e battelli sul fiume, casinò e resti architettonici della prime forme di città come la stazione ferroviaria … insomma, un trionfo di società moderna caratterizzata, però, da una compostezza anglosassone con cui sono state plasmate intere comunità di migranti arrivati qui ad ondate dal dopo guerra ad oggi.
Nel muoverci il città abbiamo scandagliato la vita di Tom e Maria. Una coppia di “nativi” australiani, figli di migranti. Lui con i genitori provenienti dal Cilento e dalla Calabria e Lei un misto di Basilicata e Calabria.
Regioni che si “sposano” e fanno nascere giovani che vanno oltre il frammento di vite a cui erano destinati. Maria è maestra in una scuola cattolica, frequentata anche dalle due figlie (16 e 13 anni), e Tom lavora con un cugino Roberto che ha un’impresa che fabbrica e allestisce infissi in alluminio. Una coppia serena e affiatata che trae forza dall’ambiente dove sono nati e dalle radici a cui non rinunciano di essere agganciati. Sono appassionati di football Australiano (uno sport che ritrova in sé elementi del calcio, rugby, football americano ed altro ancora). Insomma, uno sport nazionale che rappresenta bene la società che vorrebbe incarnare …
La serata si conclude con una fermata al bistrot del casinò posto di lato all’ultimo grattacielo di 90 piani: una birra accompagnata da stuzzichini e poi via a goderci uno spettacoli di fuochi che illumina e riscalda una fresca notte d’estate in riva all’Oceano nell’altra parte del mondo con la stessa luna a guardarci, indifferente.