Le aggressioni nella scuola sono percepite in forte aumento, soprattutto quelle fisiche e verbali verso i docenti. “La scuola è una comunità fondata sulle relazioni, ma a causa delle paure dei ragazzi, dei fatti di cronaca e del clima sociale, in molti casi, la violenza si fa spazio all’interno dell’ambiente scolastico. L’incertezza che i giovani hanno oggi ad immaginare il loro futuro, prosegue il MIM in una nota, non li aiuta ad instaurare relazioni positive e viene colmata con l’adesione ai social e alla rete. Si tratta di relazioni «mediate» che non educano alla responsabilità, allontanano dalla realtà e rendono i giovani inconsapevoli delle conseguenze delle proprie azioni, anche violente, nella vita reale. L’uso continuo e quasi esclusivo della tecnologia, inoltre, limita lo sviluppo delle abilità cognitive e impedisce la crescita della creatività e del ragionamento nei ragazzi”. Le principali cause della crescita degli episodi di violenza sono da ricercarsi in fattori esterni alla scuola, in primo luogo nella criticità della relazione scuola famiglia. La Legge 4 marzo 2024 – n. 25 detta le disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico: con apposito Decreto del MIM verrà istituito presso il MIM – di concerto con Min. dell’Interno e Min. dell’Economia e delle Finanze – l’Osservatorio per lo studio e il monitoraggio dei fenomeni di violenza a danno del personale scolastico; verrà dato spazio alla promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione sul rispetto del lavoro del personale scolastico; il 15 dicembre di ogni anno, contro ogni forma di violenza nei confronti del personale scolastico è istituita la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale; con le modifiche agli artt. 61, 336 e 431 – bis del c.p, si introduce un’aggravante comune qualora il fatto di violenza sia commesso dal genitore o dal tutore dell’alunno in danno del personale scolastico: per violenza e minacce a Pubblico Ufficiale – da 6 mesi a 5 anni. Aumento della pena fino alla metà; per oltraggio a Pubblico Ufficiale – da 6 mesi a 3 anni Aumento della pena fino alla metà. Ecco cosa è stato fatto per limitare il fenomeno: con Circolare Ministeriale 15184 08/02/2023, il Ministero richiederà l’intervento dell’Avvocatura Generale dello Stato nella rappresentanza e difesa del personale della scuola, nelle sedi civili e penali (art. 44 del r.d. n. 1611 del 1933); successivamente il MIM ha inviato agli UU.SS.RR. e ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche indicazioni operative per avvalersi della rappresentanza e difesa erariale del personale della scuola. Con la Legge poi del 1° ottobre 2024, n. 150, è stata attuata la riforma del voto di condotta, per responsabilizzare gli studenti e restituire autorevolezza ai docenti; La riforma, precisa la nota MIM, introduce significative modifiche nel sistema scolastico italiano, differenziando le misure a seconda dei vari gradi di istruzione. Col fine di rendere la valutazione del comportamento più comprensibile alle famiglie, gli alunni nella scuola primaria, continuano a ricevere giudizi sintetici (da «insufficiente» a «ottimo»). Pertanto, non vi è una valutazione numerica. Gli studenti della secondaria di I grado che ottengono un voto inferiore a 6 in condotta non sono ammessi alla classe successiva o all’esame di Stato. Questo voto può essere attribuito per comportamenti gravi e reiterati durante l’anno scolastico. Nella scuola secondaria di II grado, un voto di sei in condotta comporta un debito formativo, richiedendo agli studenti un elaborato in educazione civica per il recupero. Un voto inferiore a sei in condotta non consente l’ammissione alla classe successiva o all’esame di Stato. Solo con un voto minimo di nove gli studenti possono ricevere il punteggio massimo nel credito scolastico, influenzando così il voto finale di maturità. Il MIM poi elenca ulteriori disposizioni normative a riguardo: LEGGE 17 MAGGIO 2024, n. 70 – Prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo; CAMPAGNA INFORMATIVA di prevenzione e sensibilizzazione, con la possibilità di fornire alle istituzioni scolastiche che lo richiedano un servizio di sostegno psicologico per gli studenti; IL CODICE INTERNO a ciascun Istituto Scolastico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo; L’OBBLIGO DI INFORMARE: il DS ha l’obbligo di informare i genitori dei minori coinvolti. In episodi di bullismo e di cyberbullismo e di applicare le procedure previste dalle Linee di orientamento ministeriale, promuovendo adeguate iniziative di carattere educativo; LA GIORNATA DEL RISPETTO il 20 gennaio di ogni anno; TAVOLO TECNICO per l’elaborazione di un piano per il contrasto e la prevenzione del bullismo e del Cyberbullismo. Giovedì 12 dicembre u.s., il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha incontrato al Ministero una rappresentanza, da tutte le regioni d’Italia, di dirigenti scolastici, docenti e personale ATA, in occasione della presentazione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”, che si terrà il prossimo 15 dicembre. Con riferimento agli episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico, lo scorso anno, così scriveva in una Circolare, il Ministro Valditara: “Il recente, allarmante aumento di episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico – posti in essere all’interno delle scuole, anche nel corso delle lezioni – rende necessario e urgente diramare le seguenti indicazioni. Preliminarmente va rammentato che tali episodi costituiscono atti illeciti intollerabili, suscettibili di provocare danni fisici e psicologici alle vittime, ledendo l’autorità e l’autorevolezza dei docenti, nonché la dignità di tutto il personale e compromettendo seriamente la qualità dei servizi, con pregiudizio del fondamentale diritto allo studio. Occorre, pertanto, rimettere al centro il principio della responsabilità e restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo degli studenti. Per tali ragioni il Ministero, in relazione alle suddette fattispecie, richiederà l’intervento dell’Avvocatura generale dello Stato al fine di assicurare la rappresentanza e la difesa del personale della scuola, nelle sedi civili e penali, ai sensi dell’articolo 44 del r.d. n. 1611 del 1933. Formulando la sua considerazione sul triste fenomeno della violenza, così Crepet: “Siamo passati da un modello che era schiaffo libero, cinghiata libera, a nulla”. In buona sostanza lo psichiatra sottolinea una ineludibile verità, il problema di oggi non è bisogno di passato autoritario, ma di un presente privo di autorevolezza. Intanto nella scuola del nostro Paese si registra, in quest’ultimo periodo, l’aggressione di un docente ogni cinque giorni. Valditara è fermo nella sua convinzione “l’idea dell’autorevolezza è fondamentale”, poiché “nessuna autorità può reggersi senza autorevolezza”; rivolgendosi ai Proff.: “..della vostra autorevolezza dovete essere consapevoli innanzitutto voi, poi devono esserne consapevoli i giovani e le famiglie, la società e la politica tutta”.
“Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”
Giovedì 12 dicembre u.s., il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha incontrato al Ministero una rappresentanza, da tutte le regioni d’Italia, di dirigenti scolastici, docenti e personale ATA, in occasione della presentazione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”, che si terrà il prossimo 15 dicembre.