Giffoni50Plus cos’è? Un festival, un incontro di ragazzi, una kermesse cinematografica? Non è niente di tutto questo, Giffoni è molto di più, è un sogno indescrivibile a parole, il vocabolo non può giungere a delineare con tanta precisione un’emozione che trascende il corpo e permea lo spirito profondo individuale, Wittgenstein e Hadot vedono nel linguaggio insormontabili limiti, le parole non saranno mai capaci di delineare concretamente l’essenza originale e primaria dell’esperienza vissuta, la vita si vive e non si descrive, le emozioni si avvertono e non si raccontano, per entrambi i filosofi, il linguaggio filosofico è innanzitutto un’attività o una forma di vita, non una dottrina, non una parafrasi da decifrare bensì un evento da vivere, ecco che Giffoni è una disarmante concretizzazione di tale astruso pensiero, Giffoni50Plus è un luogo magico in cui migliaia di cuori si sincronizzano sulla stessa frequenza per battere all’unisono. A Giffoni, si piange, si ride, si condivide, è il luogo in cui ci si sente davvero liberi, non si ha bisogno di nascondere i propri sentimenti, mostrare al pubblico le proprie emozioni diventa un’esigenza, perché il pubblico stesso è parte di un tutto, di un’unica anima. A Giffoni si è veri, non esiste più il dislivello tra ospiti e ragazzi, giovani e adulti, non c’è un timore reverenziale per la figura presente, ma un confronto diretto tra esseri umani, costituito soprattutto da emozioni. C’è Benedetta che dice: ‘’Per me Giffoni è una famiglia’’, e centinaia di ragazzi come lei che si sono ritrovati all’interno di un gruppo molto differente, tra loro studenti di medicina, biologia, cinema, economia, ingegneria, tutti accumulati da un unico grande obbiettivo: il sogno di credere nei sogni e poi c’è Gianni che da giovanissimo ha realizzato con alcuni amici una startup innovativa, sviluppando un algoritmo per aiutare i bambini DSA, e da giffoners è diventano un ospite, rappresentando un vero esempio di caparbietà, insomma Giffoni è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni, prendendo in prestito una frase di Paulo Coelho, e se ciò è stato possibile per 51 anni e oltre è solamente grazie al Direttore Claudio Gubitosi che con i suoi collaboratori ha avuto il coraggio di sognare.
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