L’Argentina è già entrata a far parte del nostro vivere quotidiano dal momento che abbiamo fatto i biglietti. Raul da La Plata mi invia e-mail quotidiane per aggiornami dei contatti che sta prendendo sul posto con la comunità Italiana andando a scavare tra gli archivi dei circoli ricreativi per individuare Cilentani arrivati in quella nazione.
Anche Gina ed io abbiamo cercato di far sapere in giro che siamo in partenza al fine di raccogliere nella nostra realtà nomi, indirizzi e notizie di migranti partiti nelle varie epoche per il sud America.
L’elenco si allunga ogni giorno ed anche gli incontri e le telefonate con persone che hanno dato disponibilità ad aiutarci sono stati fecondi di stimoli e indicazioni che ci saranno utili durante il viaggio che ci accingiamo ad intraprendere.
Sabato 13 gennaio ci siamo recati a Marina di Camerota per incontrare Mimmo Caiazzo, indicatomi da Peppino Liuccio. All’incontro che abbiamo tenuto presso il bar posto in faccia al porto, si sono aggiunti Guglielmo del Guercio, Miriam Troccoli e Rino Scarano. Ognuno di loro ha voluto farci partecipi di storie, fatti e idee che potrebbero esserci utili per entrare immediatamente in sintonia con la realtà che andremo a conoscere con il viaggio che avrà inizio il 20 gennaio dalla stazione di Capaccio Paestum alle ore 9:00.
Ho sentito al telefono Fernando Lombardo e Michela Gatto che hanno parenti a Buenos Aires, Rosangela Pingaro e Teresa Giuliani che, a loro volta ci hanno messo in contatto con loro conoscenti. Ho chiamato Carmelo Arcaro e Renato Di Perna a Piaggine, Mia zia Angelina a Rofrano, Paola Pingaro a Roccadaspide, Stefano Pisani a Pollica … insomma, ho già “viaggiato” molto alla ricerca di punti di contatto nei luoghi che visiteremo.
In fondo mi sono rimesso in viaggio alla ricerca di storie che sono lì che aspettano di essere raccontate … speriamo di essere in grado di renderle al meglio.
Domenica 14 gennaio siamo stati a Napoli. Avrei voluto entrare nella stazione marittima e passeggiare tra gli immensi saloni dove, un tempo, hanno bivaccato migliaia di emigranti in attesa di partire ed andare incontro al loro futuro. Il complesso apre ormai solo in occasione dell’attracco delle navi da crociera, pertanto mi è stato vietato l’accesso. Invece, per la prima volta, ho notato il monumento eretto sul piazzale dedicato all’Emigrante Ignoto! Il parallelismo con i tanti ceppi disseminati in ogni dove al “Milite ignoto” è evidente. Lo è ancora di più se si legge l’epigrafe incisa sulla scultura: “L’urna racchiude reliquie del migrante ignoto morto in mare alla ricerca della dignità, della libertà e della pace perdute in patria.”
Il “Totem della pace”, così si chiama il monumento che contiene l’urna del “Migrante Ignoto” eretto in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia (1865 – 2015), è un richiamo forte alla storia dell’esodo che milioni di Italiani hanno dovuto vivere per potersi dare un futuro e spargere semi infiniti in terre lontane.
Quelle storie di disperazione hanno consentito a numerose generazioni di trovare una nuova patria, un’altra cittadinanza e l’apertura di nuovi orizzonti di vita. In Argentina, Australia e in tutte le altre nazioni dove sono approdati i piroscafi partiti da Napoli, Genova, Trieste … nessuno si è mai sognato di negare il diritto di essere considerato cittadino dello stato dove erano nati, cresciuti e procreato essere umani.
I nostri conterranei e la loro discendenza hanno contribuito a far crescere la nazione in cui hanno visto la luce, studiato, lavorato e dove ora riposano il sonno eterno.
Ho rivisto con piacere il film che racconta “La leggenda del pianista sull’Oceano”. È stato un immergersi in un evento che milioni di migranti hanno vissuto e raccontato un’infinità di volte.
Sull’aereo, anch’io avrò modo di ripassare le storie e i volti incontrati durante la precedente esperienza in Australia. Non potrò non abbinare ogni esperienza ai luoghi dove li ho incontrati. Infatti, mi sono reso conto che i posti conosciuti in occasione di confronti con persone e le loro storie difficilmente cadono nell’oblio. Ecco perché la “smania” di andare e incontrare è diventato un modo di viaggiare quasi irreversibile. Il fatto, poi, di poter condividere le esperienza grazie alle nuove tecnologie e poi riportarle su una pubblicazione, rende ancora più stimolante il nostro agire.
“Io in cammino con te” è il motto che scegliemmo quando ci avventurammo con Gina sul “Cammino di Santiago di Compostela”. La pagina Face Book di “IO in cammino con TE” è tornata utile per farci accompagnare durante il viaggio in Australia nel 2017ed è ancora attiva anche per quanti vorranno, ancora una volta, seguirci in questo viaggio nella terra che Papa Francesco l’ha collocata alla “fine del mondo”.