In questa domenica della gioia siamo invitati a riflettere che Dio è gioia, vuole la nostra gioia e gioisce con noi.
Che cos’è la gioia? Sicuramente un’emozione forte che tutti vorremmo provare. Ma con tanti problemi, con le nostre preoccupazioni ed ansie, non sempre riusciamo a trovarla.
La gioia è un fatto di vita, ci fa scoprire il senso della vita, ci fa trovare in armonia con la natura e soprattutto ci predispone all’incontro, alla comunione con gli altri. Nasce quando riusciamo a raggiungere un obiettivo e quanto più dura è stata la fatica per raggiungerlo, quando qualcuno sa ascoltarci e capirci ma soprattutto la troviamo donandola agli altri, condividendo la nostra stessa vita e le nostre cose con i nostri fratelli. E’ uno stato d’animo ideale cui tendere, una “condizione essenziale nella vita del cristiano” come dice papa Francesco.
Quanta gioia troviamo nei Vangeli dove la gioia esplode e ricorre in modo intenso. Tanti sono gli esempi da citare, soprattutto nel Vangelo di Luca, il Vangelo proprio della gioia.
Già i primi capitoli sono infatti intrisi di gioia: la gioia della nascita, e poi la gioia che procurano le parole di Gesù e i suoi gesti. E ancora la gioia della Samaritana, del cieco guarito, di Zaccheo, di Pietro che sente su di sé lo sguardo di amore e di perdono di Gesù dopo averLo rinnegato, la gioia dell’adultera perdonata, dei discepoli di Emmaus quando riconoscono il Signore, la gioia del pastore che trova la pecora smarrita, della donna che trova la dracma perduta, del padre che vede il figlio tornare a casa e gli corre incontro.
Un clima di gioia e di speranza si respira proprio in questa terza domenica di Avvento. E’ la gioia che Gesù porta a chi lo aspetta e la liturgia odierna è un invito a conservarla nei nostri cuori, a dividerla con gli altri e vuole indicarci la strada per trovarla.
Perciò “Che cosa dobbiamo fare”? E’ una domanda niente affatto scontata, ripetuta per ben tre volte nella pagina del Vangelo di oggi, la domanda che la folla rivolge a Giovanni Battista in merito alla conversione e che ci facciamo spesso noi dinanzi a decisioni piccole o grandi, o quando guardiamo nel nostro cuore.
E Giovanni ci risponde. La gioia si fonda sulla condivisione, sul distacco dal denaro e dai beni materiali, sul rispetto della dignità dell’altro senza voler prevalere con la violenza e l’arroganza. La gioia sta nell’avere la coscienza a posto e serena di fronte a Dio, a noi stessi e ai nostri fratelli.
Questa risposta tocca gli interrogativi chiave della vita, sono consigli pieni di buon senso e realizzabili per cui la folla li ascolta volentieri e pensa che colui che battezza con l’acqua nel fiume Giordano, che proclama un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, sia il Cristo. Ma Giovanni elimina ogni equivoco con un annuncio forte: “viene uno più forte di me che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Le esortazioni alla conversione da attuare nella propria vita e condotta predicate da Giovanni, il Precursore di Gesù, sono rivolte anche a noi che vogliamo prepararci al Natale nell’onestà, nella rettitudine, con sincero pentimento dei peccati.
Viviamo allora la gioia; riflettiamo che la persona gioiosa comunica serenità e porta sempre con sé una ventata di fiducia e di speranza per tutti. Santa domenica in famiglia.