La montagna, che costituisce una parte sostanziale delle cosiddette “aree interne”, è da sempre considerata “problema” e “risorsa” per la sua valenza altamente significativa nel contesto territoriale italiano, e ancora di più nell’area del nord della Toscana dove ha rivestito, da sempre, un ruolo determinante nella programmazione del territorio. Dalla corretta gestione del territorio montano dipende infatti una fondamentale parte della tutela dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico, della prevenzione di possibili calamità e gli ultimi tragici eventi alluvionali ne sono testimoni.
L’area di progetto, totalmente montana, è definita da una parte di territorio in cui sono evidenti i segni di una debolezza strutturale e, soprattutto, la distanza dai servizi essenziali che ha determinato lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione, la perdita di funzioni, lo scarso presidio del suolo con effetti dagli ingenti costi sociali ed economici che coinvolge negativamente la popolazione residente.
Nella graduatoria dei 300 comuni Toscani con maggiori difficoltà di sviluppo (Elaborazione Euro IDEES su dati ISTAT) ai primi 30 posti compaiono ben 21 Comuni dell’area di progetto.
Nell’area di progetto il fenomeno dello spopolamento si accompagna a quello dell’invecchiamento mettendo a rischio la sostenibilità di alcuni servizi di base.
La tendenza demografica in atto evidenzia infatti il progressivo invecchiamento della popolazione ed un conseguente aumento del tasso di dipendenza, ovvero del numero di pensionati rispetto ai lavoratori.
Il territorio L’articolazione delle attività produttive nei vari settori mostra una concentrazione su pochi comparti che presentano un peso notevole sul prodotto interno dell’area e una miriade di comparti di peso notevolmente inferiore. Ad esempio, all’interno dell’industria, hanno un peso notevole l’edilizia e le “altre industrie”, in cui spiccano la carta (3,8% valore aggiunto del totale), l’estrazione e la lavorazione del marmo (3,2%), la produzione di energia elettrica (3,2%) e i prodotti chimici (2,9%). Lo stesso accade nei servizi, in cui i servizi pubblici (pubblica amministrazione, istruzione, sanità, ecc.) da soli ammontano a più di un quarto del valore aggiunto totale, seguiti dai servizi immobiliari (13,2%), dal commercio (10%), dagli alberghi e ristoranti (7,2%) e dai trasporti (5,9%).
L’idea centrale
Un territorio più facilmente fruibile da chi vi abita consente di creare le condizioni per la permanenza della popolazione, quindi della salvaguardia della cultura e dell’identità dei luoghi.
Cultura e identità sono la ricchezza del territorio e contribuiscono a renderlo attraente, quindi competitivo (vantaggio competitivo sostenibile) per l’utenza turistica, vero principale volano di sviluppo per l’economia e l’occupazione.
Identità è cultura, è biodiversità, è tradizione, è gastronomia e produzioni tipiche, è paesaggio, è ambiente, è valorizzazione sostenibile delle risorse.
Allo stesso tempo tutto ciò che incarna i valori identitari può diventare occasione per la crescita e la formazione che costituiscono le basi per i processi innovativi necessari per garantire il futuro, per raccontare e raccontarsi al mondo.
L’esistenza di un legame indissolubile tra diversità biologica e culturale conferma il concetto di diversità bio -culturale che offre una prospettiva più ampia alla conservazione non solo della biodiversità ma per lo stesso sviluppo sostenibile in cui la diversità culturale è un fattore che contribuisce alla vitalità, all’organizzazione e alla resilienza del sistema territorio.
Nell’ambito della strategia di sviluppo basata dunque sulla sostenibilità e sulla conservazione della vitalità delle comunità rurali, si riconosce nel turismo l’importante motore dello sviluppo locale integrato e coerente con i settori dell’agricoltura, dell’artigianato, della valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, dei servizi.
Nella costruzione del percorso strategico risulta essenziale sviluppare gli aspetti, prodromi e indispensabili, che costituiscono il superamento delle condizioni di criticità: i trasporti e la mobilità, l’istruzione e la sanità (condizioni di cittadinanza) che costituiscono elementi intorno ai quali ruotano e si integrano le diverse azioni per offrire alle persone gli strumenti sia per muoversi, sia per valorizzare le risorse locali, offrendo quindi loro la “libertà sostanziale” (capability) di decidere se restare o muoversi, in altre parole “di fare o essere ciò che ritiene valga la pena di fare o essere” (Amartya Sen)