A fine mese sarà il tribunale di Vallo della Lucania a sciogliere la intricata matassa. E sì, perché di questo si tratta, un Gal Casacastra, con due presidenti. È accaduta anche questo, e il tutto rischia di far perdere finanziamenti tempi e fondi per un ente che è ingessato in un rebus burocratico. Da una parte c’è il dottor Pietro Forte, già presidente del Gal con sede a Futani. Una riunione, quella di settembre, che doveva eleggere il nuovo assetto dirigenziale e che forse è andata diversamente da come quasi tutti si aspettavano. Dall’altra parte c’era Mario Notaroberto, imprenditore nell’enogastronomia internazionale, con la testa in Lussemburgo con i suoi ristoranti e il cuore nel Cilento da dove fa partire ortaggi, formaggi e vini per i suoi clienti. Il tutto parte a settembre, ma con uno strascico che ben 80 giorni dopo sembra invalidare gli atti. In quella assemblea c’era una condizione di non rispetto dello statuto. Per questo non era valido. Ecco perché secondo Pietro Forte era tutto da rifare. Elementi di non legittimità esposti dal dottor Forte che ne invaliderebbero la elezione di Mario Notaroberto, associato alla Confederazione Italiana Agricoltori di Salerno a nuovo presidente. Il tutto si ingarbuglia, poiché, secondo l’imprenditore di Futani, lo stesso Forte aveva decretato la validità dell’assemblea del 22 settembre 2014. “Forse perchè pensava di continuare a fare il Presidente”, racconta Notaroberto che ha dato mandato all’avvocato Mimmo Del Gaudio di presentare ricorso al tribunale di Vallo della Lucania. Alla fine qualcosa è successo, Forte non è stato più eletto Presidente, “allora quell’assemblea è diventata una riunione di carbonari o come preferisco di Briganti”. Tutto, infine, rimane in salsa Pd. Poiché il medico ex sindaco di Montano Antilia è vicino al Pd cilentano e il Notaroberto è solito organizzare la festa dell’Unità in quel di Lussemburgo oltre a coordinare una rete di imprenditori dello stesso stato. E arriviamo così a gennaio. Con tanti progetti in attesa di discussione e la figura del pubblico che sopravanza rispetto a quella dell’imprenditoria privata. Ma tutto questo continua a non giovare al territorio?
PIETRO FORTE