archeoloGaetano Ricco fu, in tempo lontano, miraggio che mi colse all’improvviso in una delle poche uscite che feci all’inizio dal guscio nel quale ero entrato tornando nella terra dei padri da Varese nella seconda metà degli anni ’90.
Lo sentii parlare durante la presentazione di un libro sulla storia di Albanella e della Valle del Calore e del Fasanella che, ancora oggi, consulto per togliermi qualche curiosità di tipo storico.
Accadde in una sala gremita del comune di Albanella dove ero stato invitato dall’allora sindaco Renato Iosca con il quale condividevo la passione per la Pet terapia.
Acquistai quel libro e lo portai a casa …
Ma il giorno dopo non potei sopprimere il desiderio di scrivere a Gaetano sulle sensazioni che avevo provato nell’ascoltarlo la sera precedente.
Mi aveva colpito il suo aspetto scapigliato dal quale traspariva la passione per la storia, l’amore per la filosofia, l’attaccamento alla sua terra, il sottile ardore culturale che eleva studiosi al di sopra di ogni, sia pur legittima, critica in merito ai contenuti dell’argomento trattato.
Gli feci avere quella lettera e lui l’accolse con entusiasmo, ma mai mi sarei aspettato che a distanza di due decenni lui la tenesse conservata. Lo scoprii quando avendo io cominciato a scribacchiare qualche libro di poesie, dove Gaetano svolgeva il ruolo di “pescatore” discernendo quel poco che poteva essere valorizzato, nel presentarli, mi disse che la teneva conservata.
Su mia richiesta me la fece avere e l’ho riposta nel cassetto per poterla rileggere e tirarla fuori e rileggerla in occasioni particolari. Questa è certamente la prima volta che lo rivelo.
L’occasione della presentazione del 1° volume del libro “I presocratici” «Epistole, epigrafi ed epigrammi da Talete a Sismo di Posidonia» era troppo ghiotta trattandosi di lettere, anche se di ben altro spessore, anch’esse.
Si tratta di epistole che Gaetano Ricco pubblica con costanza sul Settimanale Unico da qualche anno. L’attivazione dell’apposita rubrica fu decisa in un incontro seduti su una panchina davanti al tempio di Nettuno a Paestum.
“La Scuola di Atene” è il nome della rubrica che si può leggere sul sito www.unicosettimanale.it dove sono state pubblicate anche altre epistole che non trovate nel libro citato sopra. La pubblicazione è stata editata da Edizioni Magna Graecia di Mario Serra in questo MMXX. Il prezzo di copertina è di 15€, e li vale tutti!
Questo stesso 2020 che sarà ricordato per la pandemia di Covid 19 ma, per noi, anche per il lavoro che Gaetano Ricco ha voluto organizzare e sistematizzare in questo libro che non si legge in un attimo ma ha bisogno di essere “consumato” con pazienza, riconsiderato con attenzione, rivisitato con scrupolo, conservato per i nostri figli e nipoti e tanti che ameranno la filosofia anche nei tempi futuri. Si ha sensazione che gli stessi filosofi si meraviglino di come l’autore possa essere così preciso nel raccontare fatti ed esaltare pensieri accaduti ed espressi millenni addietro.
Si tratta di uno “scavo” puntiglioso e accurato nell’era culturale arcaica del tempo antico. È un tentare di riempire di contenuti specifici ciò che noi che viviamo a “braccetto” con l’archeologia dell’antica Posidonia, conquistata dai Lucani ed ereditata dai Romani che la chiamarono Paestum.
Solo leggendo e studiando come ha fatto e farà ancora Gaetano, possiamo spiegarci come fu possibile convincere intere generazioni di individui ha “investire” risorse enormi per erigere templi così imponenti in tempi così lunghi (chi cominciava quei lavori non li avrebbe visti completati!)
È giusto anche dedicare un po’ del nostro tempo al luogo dove Gaetano ha scelto di far debuttare la sua opera: Roscigno Vecchia!
Lo faccio per ricordare che Donato Stabile, che con Mario Ricco, artisti diversamente amanti del territorio in cui vivono, espongono i loro quadri in questo luogo dentro una delle case recuperate. Insieme a tante altre iniziative, che sono positivi riverberi culturali, si tenta di mantenere diversamente vivo un luogo di cui la cronaca ha già decretato la “morte”.
Intanto, il sindaco Pino Palmieri ci dà buone speranze in merito alla conclusione della procedura di affidamento al comune in comodato d’uso della chiesa che domina la piazza che così potrà essere candidata per l’ottenimento di finanziamenti al fine della messa in sicurezza, la sistemazione e la riapertura al pubblico.
Bartolo Scandizzo