“Questo è il sogno della mia vita”, ha commentato l’archeologo tedesco Gabriel Zuchtriegel, classe 1981, nemmeno quarantenne e che già si ritrova a essere il direttore del parco archeologico di Pompei. Con un background di tutto rispetto: Paestum.
La notizia è arrivata dal ministro Dario Franceschini: dopo aver fatto bene, e tanto, a Paestum, Zuchtriegel tenterà di replicare il suo buon operato anche alle falde del Vesuvio.
Ma innanzitutto, chi è Zuchtriegel? Ha un curriculum di tutto rispetto, impressionante a dir poco.
Secondo l’Huffington Post, l’archeologo tedesco si è formato studiando archeologia classica, preistoria e filologia greca a Berlino, Roma e Bonn, dove nel 2010 ha portato a termine un dottorato di ricerca sul sito laziale di Gabii nei pressi di Roma. È stato borsista dell’Istituto Archeologico Germanico e della Fondazione Alexander von Humboldt. Nel 2012, il suo approdo in Italia, che diventerà la sua patria d’azione (Zuchtriegel ha anche la cittadinanza italiana, è naturalizzato italiano): la sua prima tappa è l’università della Basilicata (Matera) per un progetto di ricerca triennale sulla colonizzazione greca lungo la costa Ionica. Ha insegnato presso le università di Bonn, Matera, Napoli Federico II e Salerno ed è autore di numerosi articoli e monografie, tra cui Colonization and Subalternity in Classical Greece, Cambridge University Press 2018.
Nel 2015, ha collaborato nel Grande progetto Pompei quale membro della Segreteria tecnica di progettazione. Da novembre 2015 dirige il Parco archeologico di Paestum, al quale nel 2020 si è aggiunto il sito di Velia: tutti e due i parchi sono iscritti nella lista del patrimonio Unesco.
Da quando la notizia della sua nomina di direttore di Pompei è stata resa pubblica, nella mente dei cilentani vi è solo una speranza: che questo cambiamento di responsabilità non faccia dimenticare il Cilento, Paestum e la nostra terra a Zuchtriegel.
Risulta innegabile il progresso che Paestum ha conosciuto, in questi anni, grazie al suo operato; Paestum è diventata un vero e proprio modello, una scuola di pensiero, una linea mentale e programmatica da seguire.
Indimenticabili le polemiche che seguirono la sua nomina a direttore di Paestum: ci fu chi criticò la scelta di collocare un tedesco ai vertici di un parco come quello di Paestum, e chi invece non vide di buon occhio la sua giovane età (all’epoca aveva soli 34 anni). C’era chi non avrebbe scommesso nulla su Gabriel Zuchtriegel.
Addirittura, ci furono anche polemiche nate da una sorta di campanilismo d’accatto, un populismo che avrebbe accettato soltanto un altro italiano alla guida di un sito del Sud Italia, dimenticando che la cultura e il bene comune non hanno nazionalità.
Le polemiche non sono mancate nemmeno a Pompei: due dei quattro membri del consiglio scientifico del parco si sono dimessi, perché non hanno ritenuto ci fossero le condizioni per collaborare con Zuchtriegel.
In ogni caso, piaccia o non piaccia, vi sono dei dati oggettivi sul suo operato da cui non si può prescindere.
Grazie a Zuchtriegel, negli anni, i visitatori a Paestum sono aumentati vertiginosamente, molti luoghi chiusi da anni sono stati riaperti e il bilancio è cresciuto.
Ci auguriamo che non si dimentichi della terra che ha vissuto e respirato per anni, del nostro turismo, perché soprattutto in una fase come quella che stiamo vivendo, abbiamo bisogno di una sinergia, di fare fronte comune, per non rischiare di essere inglobati e schiacciati da una logica napolicentrica.
Paestum esiste, il Cilento esiste ancora. E Zuchtriegel, ora più che mai, ora che ha coronato il suo sogno, non deve dimenticarci.
Monica Acito