Fuori tempo utile
seminari residenziali sulle arti sceniche – seconda edizione
13/18 Luglio 2018
Marco Sgrosso/Le belle bandiere
Il Pentamerone di G.B. Basile
“Narrazione, maschera, mito”
Tortorella | Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano (SA)
Una intensa settimana dedicata al teatro nell’estremo meridione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Alla ricerca di un agire artistico semplice e necessario, fondato sulla relazione, per il tempo di un respiro profondo,
sulla sospensione dei ritmi folli dell’economia, sulla necessità di soffermarsi un istante in ascolto.
Un tempo sospeso, altro, lontano dalla inciviltà dei grandi numeri, del teatro svenduto come superfluo prodotto da supermercato…
Insomma, un tempo in-utile, liberato, silenzioso, immerso nella natura e nello studio.
Nel “Cunto de li cunti” vivono sovrapposti più mondi e una infinità di creature fantastiche e non tramandate, forse per secoli, attraverso tante tradizioni orali dal Medio Oriente alle coste del Nord Europa. Nella raccolta di G.B. Basile convivono senza frizioni elementi da “Le Mille e una notte” ai miti nordici.
Orchi, nani e giganti, padri amorevoli e madri arpie, streghe, re e regine, piante magiche, pescatori, janare, contadini adulteri, lucertole parlanti, vecchie invidiose e scorticate.
Città, regni, boschi… sottilmente e inestricabilmente legati ad una geografia mitica e reale allo stesso tempo. E, ancora, vasi colmi di lacrime, bare come navi, lotte contro il Signore del Tempo, continui passaggi dal mondo dei vivi a quello dei morti e metamorfosi dal regno umano a quello animale e vegetale. Su tutti, apparentemente ignari del mondo complesso che li circonda, come “asini tra i suoni” sono gli sciocchi e spesso fortunati: Peruonto, Cagliuso, Vardiello, Moscione…
Un universo denso e caleidoscopico, profondo, ricco di segni e in continua mutazione, vero e proprio Pantheon che dal teatro attinge spesso a piene mani e che al teatro restituisce generosamente, da quattrocento anni ormai, tesori degni della caverna del Drago.
“Giambattista Basile è il più grande scrittore della letteratura in lingua napoletana, anzi ne è considerato il padre. Un classico, ingiustamente relegato a poeta minore nella storia della letteratura italiana, solo perché scrive in una lingua regionale, quindi (soprattutto dall’Unità in poi) non ufficiale, non italiana. Per chi fa teatro, soprattutto nel Meridione, il Cunto de li Cunti, le sue favole, il suo lessico fantastico, le sue trame ricche di personaggi, il suo immaginario così vicino alla Commedia dell’Arte, il suo essere un ponte tra la vitalità della tradizione e la profondità di pensiero dell’erudizione (come nella migliore tradizione culturale secentesca), sono un punto di riferimento molto presente e forte.
D’altra parte, crediamo non sia un caso se al Nostro si ispira un capolavoro assoluto della letteratura teatrale napoletana del secondo dopoguerra come La Gatta Cenerentola di De Simone. E così si ricorre spesso allo scrittore di Giugliano, vuoi nei laboratori e nell’alta formazione teatrale, vuoi per prenderne spunto per nuove produzioni e approfondimenti sul tema della narrazione e/o sulla cultura teatrale barocca: non è un caso che il recente revival cinematografico e teatrale, da Garrone all’anime di Rak fino all’ultima Emma Dante, abbia prodotto un successo artistico e innescato un nuovo dibattito sul ruolo di Basile (e della fiaba in generale) nella nostra cultura. Il lavoro che Gian Battista Basile compie è tra l’altro un evidente ponte fra culture diverse. Nel “Pentamerone” si intrecciano continuamente le tradizioni orali e non di India, Africa, Europa formando un unicum eccezionale e tutt’ora vitale, specchio del dinamismo culturale del Meridione secentesco e strumento quanto mai utile per intervenire, come artisti e operatori culturali, in alcune dinamiche sociali e transculturali contemporanee.”
“Il Cilento è stata per moltissimi anni (e lo è tutt’ora, in altre forme) terra d’emigrazione, tanti partirono verso le Americhe. Oggi, sopratutto in estate, si può sentire spesso parlare portoghese o spagnolo: sono nipoti e pronipoti che tornano nelle terre d’origine della famiglia.Prima ancora è stata terra di resistenza, teatro di scontro tra bande di briganti e soldati piemontesi. È anche la terra dove Carlo Pisacane e i suoi furono trucidati da una folla inferocita e superstiziosa. Innumerevoli sono le leggende e i cunti, le cui origini si perdono lontanissimo nel tempo, che ancora si raccontano in questa fetta di mondo (quasi) intatta, una volta chiamata Magna Grecia. In collina, immerso nel verde del Parco Nazionale e a pochi minuti dal mare incontaminato del Golfo di Policastro, Tortorella è il luogo ideale dove potersi dedicare con calma allo studio e all’approfondimento. I partecipanti alloggeranno in un’incantevole casa vacanza divisa in più dimore tutte fornite di cucina, nel verde e a ridosso del centro del paese (fornito di orto biodinamico e terrazze panoramiche). La sala di studio è messa a disposizione dall’amministrazione comunale: il salone della Casa del Marchese. I seminari si svolgeranno all’interno della residenza storica nel centro del paese e se il clima sarà favorevole con la possibilità di svolgere le attività anche all’esterno, in natura”.
Il seminario è aperto ad attori, danzatori , cantanti, musicisti, drammaturghi.
Iscrizioni entro Lunedì 18 Giugno
per info e dettagli:
392 3163608 – [email protected]
Guarda il video sulla edizione passata: https://www.youtube.com/watch?