Franco Palumbo si dichiara più forte di prima e, a leggere il comunicato stampa diffuso dal suo ufficio, sembra crederci: «L’ingresso in Giunta di Piero Cavallo e nella maggioranza consiliare dei consiglieri Pasquale Mazza e Marianna Polito contribuirà a dare un ulteriore impulso all’attività amministrativa che stiamo portando avanti con non pochi risultati sin dal primo giorno di mandato, dando al Sindaco, inoltre, la certezza di poter governare, avendo la maggioranza coesa in Consiglio comunale …>>
Di fatto, con l’uscita di Claudio Aprea che <<che ricoprirà un ruolo di primissimo piano, in materia di turismo e cultura, nell’Amministrazione>> si ritrova al suo fianco solo Franco Sica come assessore della prima ora mentre tutti gli altri sono scivolati via sul piano inclinato su cui si è messa l’amministrazione di Capaccio Paestum. Infatti, dopo il semi azzeramento della giunta verificatasi nella primavera del 2018, restano poche tracce dell’euforia che la compagine amministrativa arrivata al potere della “Città dei templi” prima dell’estate del 2017.
Sono così lontani i tempi della festa con cui tutti gli eletti e gran parte dei componenti delle 4 liste a sostegno dell’ex primo cittadino di Giungano si affollavano in piazza Santini e accorrevano ad ogni chiamata del sindaco a fare da corollario ad ogni proposta messa in campo dall’amministrazione Palumbo.
Ancora quest’anno, alla festa di compleanno, erano in pochi a immaginare che la luna di miele potesse già considerarsi finita da lì a poco e cioè nell’autunno del 2018.
Come tutti sanno a Capaccio Paestum le amministrazioni hanno vita facile in primavera ed estate, galleggiano d’inverno e temono l’autunno. Quando il tempo del lavoro, degli affari e delle sagre volge al termine e si affaccia il “generale” autunno, il venticello dello scontento si intrufola nelle menti di chi non ha ruoli; di chi ne ha ma vorrebbe essere protagonista; di chi è protagonista e pensa di essere divenuto indispensabile; di chi non viene mai chiamato per un caffè come accadeva quando c’era bisogno; di chi ha delle aspettative che non si concretizzano; di chi non condivide le scelte fatte nei campi più disparati …
Insomma, lo scontento va gestito, analizzato, sviscerato, frazionato, intercalato … non affrontato di petto e ridicolizzato.
Fa più danni l’orgoglio ferito di chi perde che le laudi per non aver niente da chiedere.
Franco Palumbo è caduto nel “trappolone” tesogli da qualcuno e, convinto di potersela cavare con la retorica non ha tenuto a freno la lingua lasciandola andare come ha fatto spesso in questo anno e mezzo di governo.
Invece di andare a vedere le carte degli oppositori novelli, ha tentato di far saltare il banco e di sparigliare, invece di valutare bene le forze in campo è partito a testa bassa contro la metà dei suoi consiglieri facendo torto alla loro intelligenza e cacciandoli in una “gabbia” dalla quale sarebbe stato impossibile uscirne senza dare loro almeno un pertugio aperto tra le barre. In fondo avevano solo scritto o “sottoscritto” una lettera. Una risposta calma, educata, comprensiva, rinviata, magari, di qualche tempo dopo che qualche ambasciatore avesse sondato e dissodato il terreno avrebbe dato al tempo di far decantare la situazione.
Invece, l’approccio è stato dirompente, i “fuggitivi” si sono stretti a “coorte”, piantato il campo lontano dal comune, asserragliati in una ridotta di astio e impotenza ma comunque decisi a sfidarlo sapendo che anche le minacce di mandare tutto all’aria erano solo ventilate.
Tutti erano certi che non avrebbe fatto karakiri e avrebbe tentato di restare a galla cooptando qualcuno dall’opposizione in maggioranza.
C’è da dire che nemmeno i “disertori” avrebbero gradito tornare alle loro attività di vita vissuta senza più i galloni di consiglieri comunali, né tantomeno gli eletti tra i banchi dell’opposizione avrebbero avuto la forza di coalizzarsi e dimettersi andando tutti insieme dal notaio.
Infatti, dopo che Palumbo ha annunciato che la maggioranza è più “solida e granitica” di quando era composta da 12 consiglieri + il sindaco, ecco che Nino Pagano e i suoi sodali escono allo scoperto convocando una conferenza stampa nel pieno della tre giorni dedicati alla XXI BMTA.
È facile immaginare cosa e come i suoi ex amici racconteranno le vicende post elettorali relative al 1° anno e mezzo di amministrazione. Faranno uscire ogni argomento in grado di mettere in difficoltà il sindaco. Scaveranno altre trincee a difesa del fortino in cui sono stati cacciati e taglieranno ai sodali ogni possibile via di fuga o di ritorno alla casa madre come recita la dichiarazione di Palumbo inserita il comunicato: < La maggioranza si regge su un voto che farà la differenza. Ognuno dei due blocchi sarà prigioniero nel suo recinto e basterà un raffreddore per far ballare la maggioranza che non potrà marciare “trionfalmente” come è accaduto finora grazie alla forza dei numeri. D’ora in poi dovrà contare solo sulla debolezza dell’opposizione che per poter crescere e proporsi a fine mandato come alternativa credibile alla maggioranza che hanno deciso di azzoppare dovrà barcamenarsi tra un’opposizione “gridata” verso l’esterno e prese di posizioni condite di molti distinguo ed astensioni quando si troveranno a votare in sede consiliare. Palumbo e Pagano saranno uniti nello stesso destino quello di dover durare separati per evitare di perire insieme. Gli oppositori si sono tagliati i ponti alle spalle e saranno costretti ad una lunga guerra di logoramento che alla fine non vedrà né vinti né vincitori, ma solo macerie da rimuovere per ripartire d’accapo. In merito, poi, alla nuova giunta ed alla redistribuzione delle deleghe ai consiglieri c’è poco da dire … senza nulla togliere ai subentranti ed ai restanti in carica, è apparso evidente che fin dal primo momento l’agenda politica amministrativa viene gestita e dettata nella stanza del sindaco e del suo staff.