Lui si chiama Franco Nigro, nato a Piaggine nel 1930 il 13 giugno, dove vive tutt’ora, con lucida presenza, il resto che manca della sua vita quasi secolare.
Abita nel palazzo “donna Giannina Vairo” che ha tre ingressi: uno proprio di fianco al campanile della chiesa di San Nicola, l’altro dalle Coste e il terzo proprio di fronte al portone di casa mia in via Gaetano Ricci, 22.
È questo il palazzo dove Giannina e Franco sono tornati a vivere quando sono tornati in Italia dagli Stati Uniti nel 1995 …
Franco nacque Piaggine da Carmela, con cittadinanza americana rientrata in Italia a seguito della crisi economica del 1929.
I nonni di Franco erano emigrati negli USA alla fine dell’800.
Franco frequentò la scuola elementare in paese e quella di avviamento professionale a Laurino.
Conseguito il diploma dietro il quale non c’era “niente”, andò garzone nelle botteghe del paese … calzolaio, sarto ed altri mestieri …
Nel 1954 i genitori decisero di tornare negli stati Uniti, dopo un primo tentativo fallito nel 1921 a causa della chiusura delle frontiere per l’emigrazione fatta dal regime fascista.
La madre che era cittadina americana, portò con sé solo i suoi fratelli Carmela, Rosa, e Pietro che erano minorenni, oltre al marito. La loro destinazione fu il New Jersey; Franco fu lasciato a Piaggine a ricercare il futuro al quale era stato destinato.
Partì per il servizio di leva obbligatorio e. senza passare per il CAR (Centro Addestramento Reclute) fu inviato al “corpo”. Si congedò con il grado di caporale maggiore addetto alle trasmissioni tra il comando della compagnia e le truppe.
Davanti a lui c’era comunque un destino segnato: l’emigrazione! Era deciso a partire per la Germania, quando si liberò un posto di collaboratore presso l’ufficio di esattore e Piaggine retto dal colonnello Roscigno.
Fu Custode Petraglia, storico sindaco di Piaggine, a indicare Franco al colonnello che lo mise alla prova e, dopo poco tempo, lo prese con sé. A Franco fu affidato l’ufficio di Laurino che, nel frattempo, era stato acquisito da colonnello Roscigno.
Comprò una lambretta e quando questa venne meno, si dotò di una 500 C e dovette prendere la patente di guida. Scuola guida ed esame dovette andare a farli a Salerno.
Intanto nel 1955, aveva sposato Giannina la compagna della vita!
La svolta arrivò dieci anni dopo quando Franco e Giannina, decise di raggiungere i genitori che, nel frattempo, avevano consolidato la loro posizione economica in America.
Il padre lavorava in un’azienda di elettrodomestici e la madre in un’azienda di abbigliamento; le sorelle erano impiegate in una tintoria.
Franco e Giannina si sistemarono in casa dei genitori di Franco. Fu assunto in una fabbrica di motori elettrici; Giannina trovò impiego in una sartoria. Intanto, dopo un mese, affittarono una casa tutta per loro … di lì a poco comprarono casa a Lody.
Anche sul lavoro Franco fece subito progressi e, alla fine del periodo di prova, fu passato ad un altro reparto a fare un lavoro più impegnativo.
Dopo tre anni diventa operaio specializzato. Dopo quattro anni ai due immigrati di Piaggine vennero concesse ben quattro settimane di ferie.
Giannina e Franco vanno in vacanza in Florida ed è lì che decidono di andare a continuare a vivere la loro avventura americana …
Franco cambia lavoro e si impiega in un’azienda di computer, Giannina entrò in una fabbrica di costumi da bagno.
Entrambi si guadagnarono le “stellette” di controllori di qualità” dei prodotti.
Vendettero la loro casa nel New Jersey, salirono sulla loro Chevrolet 8 cilindri e partirono per la Florida.
A 62 anni lasciarono il lavoro e nel 1992 tornarono in Italia ad occupare al casa dove io ho incontrato Franco e Giannina più volte perché, quando la loro passeggiata aveva come destinazione piazza Umberto, si apriva il grande portone di fronte a quello di casa mia.
Tutti mostravano un certo timore reverenziale per questi due “americani” tornati a vivere nel piccolo borgo che li aveva visti nascere in tempi lontani.
Si muovevano con passi lenti ma decisi verso quel mondo che si era trasfigurato da borgo di pastori a paese di studenti grazie all’istituzione del Magistrale avvenuta poco dopo che loro erano partiti in cerca di altre fortune.