È lunedì 17 febbraio, quando Franco Alfieri ha deciso di dimettersi da sindaco di Capaccio Paestum e da presidente della Provincia di Salerno. La decisione è diretta conseguenza della decisione della Corte di Cassazione di revocare gli arresti domiciliari, misura cautelare a cui Alfieri è sottoposto in seguito all’inchiesta su presunti appalti truccati che lo vede coinvolto.
Ecco cosa ha scritto ai cittadini di Capaccio Paestum …
“Ho capito che per ottenere giustizia e per far emergere la verità c’è bisogno di tempo e di fasi diverse, quel tempo in cui non è giusto ed opportuno coinvolgere Enti e Comunità amministrate.
Enti e Comunità che debbono proseguire il cammino di progresso, sviluppo e crescita avviati in questi faticosi ma avvincenti anni, senza essere condizionati dalle mie azioni, decisioni e comportamenti.
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Sono certo e convinto che il tempo restituirà la verità, pur vivendo tutta l’amarezza di aver pagato tutto prima ancora che il processo avesse inizio. Con immutata stima e affetto”.
La lettera di dimissioni è stata protocollata in Comune il 17 febbraio 2025 e subito è partito il conto alla rovescia per l’arrivo del commissario prefettizio che troverà un comune “falcidiato” da “arresti e dimissioni” che hanno reso arduo il compito di Maria Antonietta Di Filippo, vicesindaco il carica; della giunta e dell’intera compagine amministrativa “assediata” da quanti non vedevano l’ora di riaprire i giochi per la “scalata” al palazzo di Città.
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Le dimissioni di Franco Alfieri erano attese dopo la decisione della Cassazione di non aderire alla richiesta di cancellazione della custodia cautelare ai domiciliari di Franco Alfieri, e il rigetto della richiesta di spostare il processo al tribunale di Vallo della Lucania per competenza territoriale.
Senza le dimissioni sottoscritte da Alfieri, la compagine amministrativa avrebbe potuto tirare avanti fino alla primavera del 2026. Ma, come ha spiegato lo stesso ex sindaco, “Enti e comunità debbono proseguire il cammino … senza essere condizionati dalle mie azioni, decisioni e comportamenti”.
È facile immaginare che anche la voglia di poter tornare a respirare “aria di libertà” scrollandosi di dosso le restrizioni al libero movimento sul territorio hanno avuto una parte importante.
Anche la giunta ancora e i componenti del consiglio comunale in carica, che si erano assunti la responsabilità di approvare il riequilibrio di bilancio, hanno potuto tirare un respiro di sollievo e “ritornare” nelle loro famiglie liberati dal peso che si erano caricati sulle spalle al fine di dare “continuità amministrativa” al progetto di Alfieri.
È facile immaginare che da domani tutti i “capaccesi – paestani” pretendenti a salire al “seggio” più alto della Città dei Templi, saranno in campo per assicurarsi l’appoggio di quanti, “annichiliti” per lungo tempo dalla performance elettorale di Alfieri, vorranno tornare in campo in nome dello “Ius soli” che per ben tre volte è stato riposto nel cassetto della memoria.
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È presto per capire se lo tsunami che si è abbattuto sull’amministrazione Alfieri ha trascinato a mare ogni velleità di partecipazione alla vita politica – amministrativa degli eletti e degli elettori che hanno portato al potere, per ben tre volte, un “papa” straniero. Allo stesso tempo … è difficile immaginare che chi non ha saputo coalizzarsi contro i “deprecati” “invasori di fuori”, possano continuare a farlo anche in futuro.
È possibile che i “reduci” che hanno resistito asserragliati nel bunker del palazzo comunale a difesa dell’ormai ex sindaco Alfieri siano tentati di dare continuità all’azione amministrativa già incardinata e per tanta parte realizzata durante i due mandati in cui sono stati protagonisti.
L’esempio che viene in mente è la parabola politica di Giovanni Toti che avendo resistito, come Alfieri; essendosi dimesso per poter riacquistare la libertà di movimento; essendosi eclissato, ma non scomparso … come è facile immaginare farà Alfieri …
Potrebbe accadere che la compagine capeggiata da qualcuno individuato tra gli assessori o i consiglieri uscenti o altro che possa rivendicare quanto è stato fatto di buono e rilanciare per il futuro …
Intanto, oggi è un momento di svolta che rimarrà nella storia di Capaccio Paestum, mentre la vicenda giudiziaria è facile che si perda nella cronaca se non addirittura nelle pieghe del procedimento giudiziario.