di Bartolo Scandizzo
Più che un’elezione amministrativa è un “plebiscito” per Franco Alfieri, il sindaco dei tre “mondi” dove ha lasciato segni evidenti del suo passaggio.
Si tratta di tre comuni che più diversi non si può … Torchiara, Agropoli e Capaccio Paestum hanno storie diverse che, al di là dei rapporti istituzionali e l’appartenenza all’area geografica situata a Sud del fiume Sele, hanno configurazioni morfologiche e politiche maturate in secoli di storia che non possono essere assimilate in un unico calderone.
Ecco perché l’impresa riuscita da Franco Alfieri di ottenere una conferma a “furore” di popolo che ha msso da parte ogni convinzione politica di appartenenza e che sono ben evidenti se si guarda ai risultati relativi alle elezioni europee e parlano un’altra “lingua”: FdI 29,2 %; PD 14,95%; M5S 14,24%; FI-mod_PPE13,58%; SUdE 9,05%; L.Salv. 8,64; AVS 3,90% …
Sostanzialmente, gli elettori della Città dei Templi hanno rinunciato a sostenere le liste dove li avrebbe dovuto portare il “cuore”, per riconoscere ad Alfieri di aver mantenuto le promesse fatte durante la precedente campagna elettorale quando sbaragliò, al secondo turno, la coalizione imposta, per necessità e non per scelta, a favore di Italo Voza ad Enzo Sica (entrambi ex sindaci).
Voza lasciò subito il suo seggio in consiglio lasciando a Enzo Sica e Franco Longo restò l’onere di incalzare il sindaco, il secondo dopo Franco Palumbo, venuto da “fuori”.
Il successo di Alfieri, pertanto, è destinato a fare “scuola” per chiunque decida di farsi tentare dalla voglia di avventurarsi sulla strada impervia dell’impegno politico.
È del tutto evidente che tra i candidati reclutati e inseriti nelle liste a sostegno di Alfieri c’è molto di più delle passioni politiche maturate negli anni nei partiti diversi da quello, il PD, al quale è iscritto ed nel occupa una posizione di dirigente a cominciare dal ruolo che ricopre come presidente della Provincia di Salerno.
Ora, l’ennesima campagna elettorale è archiviata. Ci si augura che i temi e le argomentazioni con i quali i candidati “sconfitti” si sono contrapposti a quello premiato dagli elettori non siano riposti nel cassetto per essere tirati fuori alla prossima competizione.
Infatti, alle nostre latitudini accade spesso che le aggregazioni di uomini e donne che vanno a comporre le liste durano appena il tempo della durata della campagna elettorale.
Molto spesso, sono gli stessi protagonisti soccombenti si lamentano di aver avuto poco tempo per “spiegare” i loro progetti di cambiamento.
In verità, quello che accade periodicamente quando c’è il confronto politico è un vero atto di presunzione che non sembra nascere dallo scandagliare le esigenze profonde di chi vive quotidianamente la vita sociale, ma tenta di richiamare l’attenzione dell’elettorato su tematiche che non toccano le corde profonde di chi, quotidianamente, deve affrontare problemi di vita vissuta!
I protagonisti che, di volta in volta, salgono sui palchi fisici e virtuali per conquistare il sostegno elettorale basano le loro tesi su luoghi comuni consolidati invece di scavare a fondo sui bisogni veri dei loro concittadini che necessitano di essere portati in chiaro, riconoscerle per poi affrontarle.
È questa la missione di chi si candida ad amministrare un comune, piccolo o grande che sia.
Però, se pure è da apprezzare lo sforzo fatto in occasione delle elezioni, c’è la necessità di riempire lo spazio temporale della lunga traversata con un’azione sistematica di coinvolgimento, chiamata alla presa in carico dei problemi, fare una ricerca condivisa delle soluzioni …
Ecco perché chi si affaccia al “balcone” della politica deve scendere, prima di risalirvi, e “camminare”, passo dopo passo, sia fisicamente sia intellettualmente nella vita reale che oltre ad essere il vero centro d’interesse dell’agire politico è anche l’arena dove confrontarsi con i problemi quotidiani.
Infine, svolgere bene il ruolo di “oppositori” assegnato ai perdenti dal risultato elettorale è solo un aspetto importante, ma non risolutivo; e per interpretarlo ci vuole coraggio, senso pratico, umiltà nel riconoscere quanto di buono la maggioranza programma e competenza nel rilevare eventuali forzature nella messa in pratica.
Il sindaco e la maggioranza che lo sostiene, governa, ha motivazioni, risorse e mezzi per affermare il suo punto di vista.
La minoranza deve pungolare chi governa in occasione dei consigli comunali e deve dare il via, fin da subito, alla “campagna elettorale” che l’attende fra cinque anni. Se non lo farà, vorrà dire che le velleità di governo messe in campo erano solo “fuffa”.
Elezioni 2024 a Capaccio Paestum, Sindaco e Consiglio comunale
Le liste a supporto di Franco Alfieri conquistano complessivamente 15 seggi frutto degli 11411 voti e dell’87% delle preferenze. Un solo seggio per Emanuele Sica che si ferma a 979 voti e il 7,49% delle preferenze. Non entra in consiglio comunale Carmine Caramante. La lista Città Libera porta a casa 674 voti, circa il 5,16% dei voti espressi, ma nessun seggio!
Sei seggi vanno a Capaccio Paestum Democratica. Li occuperanno Antonio Di Filippo (843 voti), Antonella Di Filippo (798), Angelo Quaglia (777), Gianmarco Scariati (527), Luca Sabatella (414), Giuliano Maria Rosaria (390). Tre seggi a Franco Alfieri Sindaco: Mariarosaria Picariello (1140 voti), Giovanni Cirone (511) e Antonio Scariati (447). Due seggi a Capaccio Paestum Rinata: Pasquale Accarino (386) e Antonio Agresti (349); Due seggi a Concreta e Stabile: Antonio Mastrandrea (501), Gianfranco Masiello (398); Due seggi Uniti per Capaccio: Igor Ciliberti (298), Angelo Merola (241). Un solo seggio alla minoranza; sarà il solo Emanuele Sica, candidato sindaco.