Il 1° dicembre 2022, il nuovo presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, ha riunito la maggioranza consiliare per definire alcune delle scelte strategiche in relazione al ruolo che l’Ente deve avere per l’intero territorio.
Per norma gli atti di governo della Provincia sono tutti monocratici ma, con l’istituzionalizzazione della riunione di maggioranza fissata per ogni mercoledì alle 15 e con la conferma delle deleghe ai consiglieri, il neo presidente, di fatto, governa come se avesse la Giunta.
Nel corso della riunione si è deciso di istituire le consulte dello Sport, del Turismo, delle Politiche Sociali, della Cultura, con l’obiettivo di rafforzare il rapporto con il mondo dell’associazionismo, del volontariato e delle realtà territoriali.
È stato, inoltre, adottato un atto di indirizzo che sancisce il principio generale secondo cui le palestre degli istituti scolastici provinciali sono patrimonio della comunità e, pertanto, negli orari liberi da attività scolastiche dovranno essere messe a disposizione delle associazioni e a tal uopo, si provvederà con la stipula di apposito protocollo d’intesa con il Provveditore agli Studi dott. Mimì Minella, con il quale è stata già raggiunta l’intesa.
Con un altro atto di indirizzo è stato dato adottato un piano straordinario di edilizia scolastica d’intesa con i comuni per l’eliminazione dei plessi attualmente utilizzati attraverso contratti di locazione.
Infine si è discusso della riorganizzazione della macchina amministrativa, avendo già il Presidente provveduto alla nomina del Capo della Segreteria nella persona del dott. Nicola Landolfi.
Ma anche a livello nazionale, la politica volente o nolente ha dovuto mettere nel conto la necessità di prendere di petto la questione relativa all’esistenza in vita delle province. Infatti, dopo che il disegno riformatore della legge Delrio (n. 56/2014) si è inceppato a seguito della mancata approvazione della riforma costituzionale (Boschi-Renzi) che prevedeva la cancellazione delle province dall’articolo 114 della Costituzione.
In realtà, le Province ancora si occupano di “Oltre 5.100 edifici di scuole superiori e 120 mila chilometri di strade con oltre 30 mila ponti e gallerie, che per anni non hanno ricevuto dallo Stato le risorse necessarie a garantire prima di tutto la sicurezza. Il cambio di passo che ci siamo conquistati, prima con i Governi Conte e ora con il Governo Draghi ci ha portato a risultati importantissimi. Grazie al confronto con il Ministro per l’istruzione Patrizio Bianchi, con i due Piani di investimenti confluiti nel PNRR, uno da 855 milioni e uno da 1 miliardo 125 milioni, potremo garantire alle scuole superiori interventi di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza, di efficientamento energetico. 1.500 interventi in altrettante scuole su tutto il territorio nazionale. Potremo, poi, finalmente, costruire nuove scuole. In questo caso i numeri sono ancora limitati: per quanto riguarda le secondarie superiori, riusciremo a costruire solo 27 nuovi edifici di Province e Città metropolitane, con un investimento di 291 milioni.”
Leggi “Province, terra di nessuno”
Da un po’ di tempo però, nonostante il tema continui a essere del tutto al di fuori del discorso pubblico, alcune cose hanno iniziato a muoversi, almeno da un punto di vista istituzionale. Infatti le ultime due leggi di bilancio hanno rivisto almeno in parte la disciplina finanziaria riguardante le province, la corte costituzionale è intervenuta contestando alcuni aspetti del sistema di governo delle aree vaste e l’Unione delle province italiane (Upi) ha indetto un’assemblea nazionale per discutere del futuro di queste istituzioni.