La notte fra il 28 e 29 marzo l’incorciatore Pola viene colpito dalla flotta britannica sotto il comando dell’ammiraglio Andrew Cunningham durante la battaglia di Capo Matapan.
Gli incrociatori Fiume e Zara abbandonarono la rotta e tornarono indietro in aiuto dell’incrociatore Pola. Sull’incrociatore Fiume era in servizio Francesco Chirico di Eremiti, frazione del comune di Futani.
La battaglia alla quale prese parte è passata alla storia come la più grave disfatta della Marina militare Italiana. L’incrociatore Fiume fu colpito e affondò capovolgendosi sulla sinistra. Il comandante De Giorgis, ferito al viso, e aggrappato insieme a molti suoi marinai ad una zattera cercarono di resistere in acqua in attesa dei soccorsi che, in un primo momento, stavano arrivando alle ore 7:00 del 29 marzo, sul teatro della battaglia da unità della flotta inglese comandata dall’ammiraglio Cunningham. Mentre erano in corso le operazioni di recupero dei naufraghi, furono avvistati aerei ricognitori tedeschi. Il comando inglese, pensando ad un imminente attacco aereo, interruppe le operazioni di salvataggio ma, con grande senso di lealtà, comunico alle autorità italiane la posizione dei naufraghi. Da Taranto partì la nave ospedale Gradisca che navigando a 15 nodi di velocità all’ora, giunse sul posto soltanto il giorno 31 marzo e trovo ancora in vita 147 marinai e 13 ufficiali.
Il 10 agosto 1952, undici anni dopo la battaglia, su una spiaggia nei pressi di Cagliari, venne rinvenuta una bottiglia molto incrostata ma ben sigillata con della cera che, al suo interno, celava, scritto su un pezzo di tela strappato dalla copertura di una mitragliera, il seguente messaggio:
«R. Nave Fiume – Prego signori date mie notizie alla mia cara mamma mentre io muoio per la Patria. Marinaio Chirico Francesco da Futani, via Eremiti 1, Salerno. Grazie signori – Italia!»
Dopo accurate ricerche si trovò il nominativo del marinaio tra quelli dei dispersi dell’incrociatore Fiume, col quale, affondando, trovarono la morte 813 marinai italiani dell’equipaggio.
Il caso fece molto scalpore e fu ampiamente trattato dalla stampa italiana, la madre venne informata e suo figlio fu insignito dal presidente della Repubblica della medaglia di bronzo al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:
«Marinaio Chirico Francesco di Domenico e di Anella Sacco, da Futani.
Imbarcato su un incrociatore irrimediabilmente colpito, nel corso di improvviso e violento scontro, da preponderanti forze navali avversarie, prima di scomparire con l’Unità, confermava il suo alto spirito militare affidando ai flutti un messaggio di fede e di amor patrio che, dopo undici anni, veniva rinvenuto in costa italiana. Mediterraneo Orientale; 28 marzo 1941.»