Era ora che Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gianluca Galletti, formalizzasse la nomina dei componenti del consiglio direttivo dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni. Infatti, con il decreto n. 242 del 6.9.2016, sono stati nominati: Vincenzo Inverso, su designazione del Ministero dell’Ambiente; Natalino Barbato, su designazione del Ministero delle Politiche Agricole; Maria Cristina Giovagnoli, designata dall’ISPRA; Rosario Carione, Beniamino Curcio, Cono D’Elia, Emanuele Giancarlo Malatesta, su designazione della Comunità del Parco; Ferdinando Della Rocca, su designazione delle Associazioni di protezione ambientale. Il primo ad esprimere soddisfazione per la conclusione della lunga “maratona” che ha portato alla sostituzione di Amilcare Troiano, prima, e del consiglio, dopo, è stato il presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, : “La squadra è completa, siamo consapevoli che abbiamo una grande opportunità per far ripartire un territorio ricco di risorse da un punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale, per il patrimonio agroalimentare e turistico. Il nostro territorio è certamente un significativo indicatore per valutare la ripartenza della Campania e di tutto il Sud. Abbiamo il sostegno del Governo e della Regione Campania e questo ci fa essere più determinati nell’azione da portare avanti. Formulo gli auguri ai neo consiglieri per un lavoro che sarà certamente proficuo e impegnativo ma nello stesso tempo stimolante e affascinante”. Quando, ormai, la vicenda della formalizzazione delle nomine stava diventando grottesca (i nomi dei designati erano di dominio pubblico da mesi, si è arrivati alla firma del ministro. Ora ci sarà da correre per tentare di non sprecare gli ultimi mesi del 2016 sia in termini di programmazione sia per ricucire il rapporto ampiamente deteriorato tra il territorio e l’istituzione parco. Inoltre, il consiglio, una volta insediato, dovrà individuare la terna da sottoporre al ministro (ancora lui) per la scelta del direttore dell’ente. La figura ha un ruolo decisivo per il funzionamento della macchina amministrativa che dovrà tradurre in pratica i progetti del consiglio. Infine, presidente e consiglio dovranno dimostrare di essere in grado di diventare una squadra compatta capace di darsi una identità propria forte e in grado di rintuzzare le innumerevoli pressioni che arriveranno da ogni dove. Ma soprattutto, sindaci e tecnici saranno chiamati a lasciare fuori dalla porta del consiglio i condizionamenti che potrebbero arrivare da chi li ha individuati e scelti tra tanti altri per la guida dell’ente. Alla “squadra completa” un augurio, interessato, di buon lavoro. biesse
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