Sono ormai due mesi che l’ufficio Postale di Fonte di Roccadaspide è stato chiuso e i disagi per i cittadini, residenti e non, sono diventati cronici. Il sindaco, Vincenzo Iuliano, che già nelle scorse settimane aveva scritto al Direttore Regionale delle Poste, Roberto Minichini, e alla Responsabile delle filiali di Poste Italiane, Concetta Martino, chiedendo di adottare provvedimenti che consentissero la riapertura dell’ufficio, scrive ora alla Procura della Repubblica, per un sollecito adozione provvedimenti di riapertura.
È sempre stato un punto di riferimento importante, l’ufficio postale a Fonte, non solo per i suoi abitanti che sono circa 1500, ma anche per coloro che lo utilizzano in maniera sporadica perché è situato sulla SS 166, una strada di grande passaggio. Non si capisce il motivo della chiusura in quanto l’ufficio è ben dimensionato al numero degli abitanti e al volume di attività della contrada molto più grande di tanti piccoli comuni. Le lamentele e le rimostranze sono tante anche perché nell’area si sono insediate decine di piccole e medie aziende aumentando così il volume di affari la consolidata tradizione artigianale e agricola. È per questo che il sindaco, Gabriele Iuliano, ha ritenuto opportuno scrivere al Procuratore, Cristina Giusti, per un intervento risolutivo in merito.
Tutto è cominciato gli inizi del mese di aprile quando l’ufficio postale fu “momentaneamente” chiuso per verificare la natura di una polvere bianca urticante, rinvenuta su alcune missive. La notizia aveva generato il panico e si era sospettato che fosse antrace. Il direttore, P. C. di Roccadaspide, e l’addetto al recupero della posta nelle buche delle lettere, N.V. di Albanella furono ricoverati, in via cautelativa, presso l’ospedale di Roccadaspide, per inalazione di materiale tossico. Le buste, su cui era stata rinvenuta la polvere, sono state sequestrate dai carabinieri e repertate in attesa di disposizioni dell’Autorità Giudiziaria. Sul posto erano intervenuti anche i carabinieri del nucleo investigazioni scientifiche del Comando Provinciale che avevano provveduto a sigillare la cassetta postale e chiudere l’ufficio. Da allora, 3 aprile, nessuna notizia in merito al risultato delle analisi della polvere bianca e, soprattutto, sui tempi di riapertura ufficio postale.
Nella missiva alla Procura , il primo cittadino che, pur riconoscendo la complessità dei necessari accertamenti tecnici, ritiene che è diventato insostenibile il protrarsi della chiusura dell’ufficio e la sospensione dei servizi ai cittadini. Fonte dista, mediamente, 13 Km dal capoluogo, e da Capaccio Scalo, per cui il disagio arrecato agli utenti è grave e sproporzionato anche di fronte alle sia pur legittime esigenze investigative. Con l’avvicinarsi dell’estate, periodo in cui da tempo viene ridotto il numero dei giorni di apertura dello sportello per carenza di personale, potrebbe accadere che, cogliendo la palla in balzo, si decida di arrivare fino a settembre, ed anche oltre, prima di ripristinare il servizio postale in contrada Fonte.