Passare per Mainardi di Aquara, come è accaduto il 16 maggio 2021, impegnato sulla tratta del Cammino del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni, che va da Albanella a Controne deviando per Mainardi e le Grotte di Castelcivita, mi viene da pensare alla grande infatuazione per la “Fondovalle Calore” che ha infarcito la vita di almeno tre generazioni di persone della Valle del Calore.
Camminare a piedi lungo il fantasma di strada in cui è ridotta la SS 488, una diramazione della SS 166, che parte da Roccadaspide e arriva fino a Serra dove si congiunge con la SS 19, è come inoltrarsi nel buco nero che è lo stato di abbandono in cui è stata lasciata per oltre un decennio.
Ricordare gli innumerevoli appelli di amministratori e comuni cittadini per portare a termine un’opera senza senso compiuto in quanto parte a ridosso della Grotte di Castelcivita e si ferma sull’ultimo pilone di un viadotto degno di miglior causa.
Dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso fu dato il via alla “pratica” già immaginata agli inizi degli anni ’70, che avrebbe dovuto collegare l’autostrada SA-RC dall’uscita di Campagna all’Alta Valle del Calore e proseguire fino a Vallo della Lucania per collegarsi con la Cilentana, la variante alla SS 18.
La Fondovalle Calore avrebbe dovuto fare da “battistrada” ad un progetto più ambizioso: “la superstrada del Parco”. Di questo progetto resta una impressionante rotatoria realizzata in località “Retara di Stio” all’incrocio con la strada che proviene da Capora per immettersi sull’arteria che porta a Pellare e poi a Vallo della Lucania, a ricordo perenne una ventina di pannelli solari, divelti e ormai in disuso, che hanno illuminato a giorno il belvedere dal quale si può ammirare il mare di Casalvelino.
Da allora ad oggi non c’è stato sindaco, amministratore, presidente di Comunità Montana (Calore Salernitano e Alburni), cittadino impegnato che non ha “affidato” al completamento di questa opera il possibile rilancio di un’area che ha visto rosicchiare dal decremento demografico oltre il 50% della sua popolazione.
A Mainardi si arriva, a piedi e in auto superando il fiume Calore passando sul ponte che ha connesso i territori rurali di Roccadaspide e di Aquara in prossimità del Poggio. Non molto tempo fa, si poteva fare solo guadando il fiume sono in tempi di magra.
Arrivati nell’ampia piazza dove è stata eretta una chiesetta e adiacente al campo sportivo, non si può far a meno di posare lo sguardo su un ampio manufatto in cemento che punta dritto verso l’Alta Valle del Calore. Avvicinandosi al punto di osservazione protetto da un muretto di cemento, ci si rende conto che di trovarsi sopra una galleria della Fondovalle Calore. È il punto in cui si troncano nel nulla le speranze di chi immaginava di poter proseguire oltre verso ponte di Calore e, ancora più in là, risalire fino al Ponte delle Sette luci da dove, si può imboccare la strada “Isca-Tufolo”, recentemente rifatta e che ha assunto un ruolo decisivo per chi viaggia da e per l’Alta Valle del Calore. Insomma, andando verso Est, la strada termina nel nulla! In questo punto ci sono due ristoranti e un agriturismo che da decenni aspettano che la strada venga terminata per poter avere una spinta decisiva da quanti vogliono risalire la valle per trovare frescura, un ambiente incontaminato e buon cibo.
Avanzando nella direzione di marcia del Cammino verso Aquara, la stradina si inerpica verso l’alto tra oliveti e vigneti punteggiati da case rifatte e aziende di trasformazione dei prodotti agricoli. Sulla sinistra, si allontana la sagoma della “Fondovalle” riconoscibile dai “drappi” rossi posti per delimitare il cantiere che spuntano beffardi dal verde intenso della vegetazione.
Il “nastro” di cemento appare ancora più evidente quando, raggiunto il bivio dove la strada si biforca, a destra sale al paese, a sinistra scende verso il fiume e si dirige verso Castelcivita e le sue Grotte.
Da un ponte alzato sopra la strada a “scorrimento veloce” si capisce che la stradina interpoderale che stiamo percorrendo sarà la stessa che condurrà gli automobilisti sia verso Aquara sia verso Mainardi.
Anche in questo caso, il “nulla” spadroneggia tra imponenti “movimenti terra” eseguiti, mezzi altrettanto grandi adatti allo scopo parcheggiati in spianate e una vegetazione che resiste a fare il suo corso coprendo di verde parte degli scavi effettuati.
Ci vorrà tempo prima che sarà realizzato il collegamento con la SS 488 delle Calabrie a Scorzo di Sicignano passando per Controne e per Postiglione .
Il “moncone” di “Fondovalle” che si appresta ad essere consegnato alla popolazione della Valle del Calore con tanto di bandiere non accontenterà nessuno perché inizia nel nulla e termina nel vuoto. I numerosi sindaci bardati dalla fascia tricolore, le maestranze che vi hanno lavorato, i cittadini che hanno sperato per 40 anni di poter accorciare le distanze tra la Valle del Calore e l’autostrada del Mediterraneo, una volta Salerno – Reggio Calabria, si troveranno con un “moncherino” di strada che potrà essere considerato una buona base di partenze per alimentare il “dibattito” per il prossimo decennio.
Bartolo Scandizzo