Di Oreste Mottola
Sì, erano poche decine di persone. Molti di loro sono consiglieri comunali, da Cinnadaio di Piaggine al nucleo degli oppositori di Geppino Parente a Bellosguardo. Gli aquaresi Franco Martino e Mario Andreola. Tutti qui oggi, perché Vito Gerardo Roberto, Mimmo per i suoi compaesani, ha compiuto – usando facebook a fin di bene, un bombardamento di post affinché la Fondovalle Calore venisse completata al più presto. Le notizie ultime riportano ad un finanziamento regionale di 21 milioni di euro che potrebbe portare la strada fin sotto al cosidetto ponte delle “Sette Luci”, a Bellosguardo. Tutto risolto? No, perché on si intravvede una road map operativa dietro a questa scelta. Intanto la viabilità ordinaria necessaria per raggiungere i vari paesi è in pieno stato di crisi. Le situazioni più critiche sono registrabili a Sacco e a Roscigno. Siamo arrivati a pezzi di strade messi a posto da privati finanziati da banche locali. Ed ecco allora la necessità di un progetto complessivo che non separi la Fondovalle dalla “sopravvivenza” (la definizione è di Pino Palmieri, sindaco di Roscigno e presidente della comunità montana) o dal “futuro rurale” (Franco Martino, ex sindaco di Aquara).
La giornata comincia dagli attimi di tensione indotti da un cittadino di Aquara che minaccia di prendere a calci la telecamera perché, a suo avviso, è stato inopportuno far parlare Franco Martino. In silenzio se ne va anche Pasquale Brenca, attuale sindaco, che poi su fb mi inviterà a far luce “sulla verità” a proposito della Fondovalle Calore. Avremmo potuto farlo insieme e documentarla.
La giornata si conclude con l’idea di far votare a tutti i consigli comunali della zona una delibera che chiarisca il pensiero “del territorio” sull’argomento e che possa essere la base del necessario confronto con il presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca.
E’ stato anche chiaro a tutti che la vicenda investe anche gli altri protagonisti istituzionali. Tommaso Pellegrino, presidente del Parco del Cilento, non potrà non occuparsi dell’attuale deposito di ferraglie e cemento lungo uno dei tratti del fiume Calore (perché questo è oggi la Fondovalle Calore), e Corrado Matera (assessore regionale al turismo) non può accettare la cancellazione dal panorama del turismo culturale, eccezion fatta per il ciclismo e il trekking, di aree strategiche quali la Valle del Calore e gli Alburni.
E’ la stessa giornata che fa registrare le allarmanti notizie sulla possibile significativa contrazione di reparti e posti letto all’Ospedale di Roccadaspide. Arriva il cotto sull’acqua bollita!