- Il rinomato appuntamento della “Festa nel Bosco” che si svolge annualmente a Perito dal 6 al 13 agosto, ritorna quest’anno dopo essersi svolta coraggiosamente anche nell’edizione scorsa del 2021, quando molte altre manifestazioni culinarie in Cilento, avevano deciso di restare comunque in stand-by per via della pandemia. Immagino che la formula, ormai consolidata e vincente, non cambi aspetto rispetto alle passate edizioni?
Si, in effetti siamo stati fermi solo nel 2020, l’anno scorso tra mille difficoltà siamo comunque riusciti a farla. Come alludeva, la formula in linea di massima è sempre la stessa da diverse decadi ormai, si arriva su al bosco, ci si prenota e poi si scende ai tavoli.
- Partiamo un po’ dalle origini di questa manifestazione, che dovrebbe essere uno degli appuntamenti culinari estivi tra i più longevi e duraturi. Come nasce la “Festa nel Bosco?
Nacque nel 1980 dall’idea di alcuni ragazzi di Perito, se ricordo bene, l’evento non era tutto organizzato nel bosco, ma si sviluppava nell’area di accesso. Negli anni a seguire, con il rifacimento del bosco, dei sentieri, dei muretti e le casette, la manifestazione ha assunto quel carattere che ha oggi; un format ormai consolidato, tra quelli che fanno più presenze durante il periodo estivo. Negli anni il menù è stato cambiato diverse volte, pertanto i piatti principali come il cavatiello e il castrato sono sempre rimasti, se ne sono aggiunti degli altri che fanno comunque parte della tradizione peritese.
- Immagino che un evento del genere coinvolga buona parte del paese, in termini lavorativi e di apporto in senso generale. La Pro-Loco, che lei rappresenta in qualità di Presidente, ha mai pensato di estendere con qualche richiamo la “Festa nel Bosco” anche in periodi diversi?
Durante l’anno, qualche volta, facciamo dei piccoli richiami per mantenere vivo il ricordo della festa, ma a differenza di altre manifestazioni, abbiamo il punto debole della location del bosco che nel periodo invernale non è praticabile. Per quanto riguarda il coinvolgimento del paese, avviene sotto diversi aspetti; da una fase iniziale, quando si pulisce il bosco e si sistemano le cose in termini logistici. Teniamo presente che solitamente iniziamo a fare questo da metà giugno, in pratica i preparativi sono il frutto di un impegno assiduo che dura tre mesi. Oltre a questo, c’è il coinvolgimento delle aziende del territorio che, tramite il nostro evento si pubblicizzano, soprattutto quelle che sono nate da poco alle quali offriamo questa importante vetrina. D’altronde il nostro obiettivo è quello di riuscire a prendere tutto nelle aziende del Comune di Perito. Poi ci sono i ragazzi e i volontari, oltre alle signore che vengono a preparare i cavatielli che, come sempre, sono realizzati a mano.
- Lei è Presidente della Pro-Loco di Perito da 3 anni ed è anche consigliere comunale. In questi anni difficili, qual è stata la sua soddisfazione più grande relativa alla “festa nel bosco”?
La soddisfazione più grande l’ho avuta l’anno scorso, in un momento nel quale per ovvi motivi, c’erano moltissime restrizioni. Facevamo i tamponi ogni quarantotto ore a più di cento persone che lavoravano per noi. Abbiamo dovuto ridisegnare i percorsi e le mappe, è stato un lavoro di mesi e mesi, però alla fine siamo riusciti nel nostro intento e siamo stati felicissimi del risultato, in quella circostanza portare a termine la manifestazione non è stato semplice. È stata una sfida molto importante.
- Oltre alla “Festa nel Bosco” di quali altre iniziative si sta prendendo cura in qualità di Presidente?
L’iniziativa più grande sotto la mia amministrazione, di cui vado molto fiero, è stata “I Murales della Memoria”. La piazza principale di Perito aveva un muro in cemento armato che, dopo i lavori di restauro e per più di dieci anni, era rimasto incompleto. Noi, con tanto di sacrificio, perché fare queste cose presenta un costo non indifferente, siamo riusciti in due anni a realizzare cinque opere di “street art” realizzate da ragazzi e artisti cilentani che hanno dato un nuovo volto alla piazza. I murales raccontano la tradizione locale e li abbiamo inaugurati lo scorso 9 luglio con una bella cerimonia. Inoltre, abbiamo fondato il primo giornalino dell’associazione, un periodico “Paese Mio” che produce tre copie all’anno (febbraio – agosto – dicembre). Stiamo facendo un lavoro di recupero della storia locale, soprattutto quello che riguarda i “Moti del Cilento” e gli episodi avvenuti qui a Perito. Il 17 giugno scorso abbiamo inaugurato una targa sulla casa dove furono arrestati i Fratelli Capozzoli, un avvenimento nel quale abbiamo coinvolto lo storico Giuseppe Cirillo originario di Perito e Professore all’Università Vanvitelli di Napoli.
- Con alle porte la nuova edizione della “Festa nel Bosco” cosa ci si augura?
Che finalmente la gente possa ritornare anche nei piccoli borghi dopo questi anni difficili, nei quali anche noi abbiamo sofferto l’assenza del turismo estivo. Che si riparta nel vero senso della parola. Per questa nuova edizione, mi auguro ancora che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, non siamo del tutto fuori al problema legato alla pandemia. Auspico che vada tutto bene e che il nostro lavoro che, dura mesi, anche per quest’anno venga apprezzato e ripagato come di consueto accade.